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venerdì 12 luglio 2013

La divinizzazione delle persone mortali nell’antico bacino del Mediterraneo. 56

Nell’antico bacino del Mediterraneo la divinizzazione di persone mortali era una prassi normale che anticipò quella che poi diventerà il culto dei Sovrani.
Sotto il profilo storico-religioso il Pitagora della storia e della leggenda costituisce il precedente più illustre di un uomo divenuto “theo”, sul cui modello si fondò poi il Cristianesimo.

Ancor prima della nascita di Pitagora (VI secolo a. C.), al padre fu preannunciato che il bambino sarebbe stato una benedizione per l’umanità intera. Come Gesù, anche Pitagora venne al mondo durante un viaggio dei genitori e durante la sua attivitò pubblica viene spesso circondato da grandi folle, diffonde il suo verbo per lo più mediante parabole, opera con l’insegnamento e l’esempio, guarisce malati nel corpo e nello spirito, placa le tempeste del mare.

Come Gesù, Pitagora fu schernito e perseguitato, discese negli Inferi, resuscitò dai morti e la sua resurrezione venne considerata un inganno. Ma altre analogie sorprendenti si riscontrano tra Gesù e Pitagora. Gesù era ritenuto Giovanni il Battista, Elia e il Messia, così Pitagora venne considerato il prediletto di Apollo, suo figlio o incarnazione del dio.

Pitagora non fu tanto un filosofo, benché, secondo Cicerone, fosse stato il primo a definirsi tale, quanto piuttosto un riformatore dell’intera esistenza umana, un Profeta, un Maestro di moralità, un taumaturgo, ovvero, come afferma Jakob Burckhardt, una grandiosa realtà religiosa. Sulla scia di Pitagora, Empedocle di Agrigento, forse suo discepolo, non solo godette di venerazione religiosa, ma si definì egli stesso un dio immortale. Di lui si racconta che abbia guarito appestati, resuscitato morti e placato tempeste, e che fosse soprannominato «dominatore dei venti».

Verso la fine del V secolo a.C. allo spartano Lisandro furono tributati onori come se fosse un dio e gli vennero innalzate are e recate offerte sacrificali. Con lui ha inizio il culto ellenistico della regalità divina, continuato poi dal culto romano degli Imperatori. Tutte queste divinizzazioni antiche influenzarono notevolmente la trasformazione dell’immagine neotestamentaria di Cristo.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)