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martedì 9 luglio 2013

Il culto di Mitra e il cristianesimo. (Parte quarta) 55

Fra il III e il IV secolo la religione mitraica godette presso la corte imperiale del medesimo prestigio del Cristianesimo: Diocleziano, Galerio e Licinio consacrarono a Mitra, quale protettore dell’impero, un tempio a Carnuntum, sul Danubio, e Massimiano gli innalzò un Mitrèo in Aquileia. I suoi seguaci erano sparsi dappertutto, dalla Spagna al Reno, dalla Britannia alla Gallia, dove gli furono innalzati dei templi a Londra e a Parigi. La fede mitraica lasciò le proprie tracce addirittura in Scozia.

Allora per numero di adepti e per influenza sembrò sul punto di superare il Cristianesimo, cui fu particolarmente inviso, del quale, per altro, fu da un lato l’avversario più irriducibile, dall’altro il più importante precursore.
Come tutti gli altri culti, anche il Mitracismo dovette poi soccombere al divieto
degli imperatori cattolici: istigati dalla Chiesa. Ancora nel IV secolo i suoi fedeli vennero perseguitati dai cristiani, i suoi templi saccheggiati, i suoi sacerdoti assassinati e sepolti nei sacrari rasi al suolo.

Fra le rovine del Mitreo di Saalburg è stato ritrovato lo scheletro incatenato del sacerdote pagano, il cui cadavere era stato sepolto in quel luogo per dissacrarlo in perpetuo. La distruzione di questa religione comportò che i cristiani innalzavano le proprie Chiese sulle rovine degli antichi luoghi di culto mitraici perché, secondo un’antica credenza, in questo modo la divinità precedente era per così dire resa impotente o addirittura annichilita. Una cripta mitraica pressoché intatta si trova, ad esempio, sotto la chiesa di S. Clemente in Roma, e l’altare è collocato quasi esattamente sopra quello pagano.

La maggior parte dei Mitrei, non meno di quaranta (di cui circa una dozzina solo a Francoforte), sono stati scoperti in Germania, dove il culto di Mitra aveva uno dei suoi più importanti punti di forza. La fede mitraica si mantenne fino al V secolo solo sulle Alpi e sui Vosgi, ma poi fu eliminata dal cristianesimo anche qui e quasi totalmente dimenticata fino al XIX secolo.

Asclepio, Eracle, Dioniso, Mitra sono figure mitiche, mentre Gesù, come sostiene trionfalmente la Chiesa, è un personaggio storico e quindi sarebbe tutto veritiero ciò che di lui narrano i Vangeli. Ma forse che i miti non possono trapassare anche su personaggi storici? E Buddha, figura storica, non venne divinizzato quasi mezzo millennio prima di Cristo e altrettanto rapidamente? E non ci sono altre figure storiche, che godettero di venerazione religiosa dopo la morte o addirittura quando erano ancora in vita?





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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)