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martedì 16 luglio 2013

L’evoluzione del culto dei Monarchi. 57

Il monarca «divino» fu familiare a tutta l’antichità, in Oriente e in Occidente, a
pagani e a giudei, tanto che perfino da parte cattolica si è dovuto ammettere che la figura del Sovrano costituì una delle forme fondamentali dell’idea di «Redentore». L’antico re babilonese Ammurabi (1955-1912 a. C.) nel suo celebre Codice chiamò se stesso «rampollo reale eternamente vivente, dio solare di Babilonia, che fa sorgere la luce sopra la terra dei Sumeri e degli Accadici», e apparve come «il Pastore, il Redentore».

In Egitto, il Sovrano fu reputato l’incarnazione di Ra, dio del Sole.
In Nubia nel XIV secolo a.C. Amenofis III portava il titolo di «Grande Dio». Dio, Signore dell’Universo e Salvatore sono le definizioni della natura e della dignità dei sovrani dell’antico Oriente, tutte e tre riscontrabili nella simbologia linguistica della Bibbia. Con Alessandro Magno e i primi Diadochi nacque in seguito, sulla scorta di queste concezioni egizie, l’idea ellenistica delle prerogative divine della sovranità.

Nella teologia di Alessandro il personaggio storico, la cui leggenda cultuale offre non poche analogie con le narrazioni evangeliche, diventa «Dio vero in sembianze umane», viene proclamato «figlio di Dio» e talvolta è «celebrato addirittura con parole proprie della cristologia».

I successori di Alessandro innalzarono la venerazione del Sovrano a religione di Stato, Coi Tolomei, soprattutto con la potente schiatta regale dei Seleucidi (312-364), s’impose sempre di più la credenza orientale che nel sovrano di turno fosse incarnata la divinità, per cui i monarchi mantennero il soprannome di Epifane, cioè «Colui che si manifesta». Nel 167 a.C. Antioco IV fece coniare una moneta con la scritta che lo definiva «Dio in sembianze umane».


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)