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venerdì 20 dicembre 2013

Perchè i teologi cattolici sono arretrati rispetto ai teologi protestanti? 98

I teologi cattolici non hanno alcuna libertà di indagine e di conseguenza la Teologia Cattolica è un insieme di assurdità irrazionali. Per mezzo dei dogmi, in cui tutto va a finire nell’irrazionale e nel soprannaturale, i Papi hanno fin dal principio vietato ai teologi ogni ricerca personale e ogni indagine critica .

Così, ad esempio, prima della definizione dell’assunzione in cielo di Maria in corpo e anima, molti teologi cattolici avevano definito sdegnati l’impossibilità della sua elevazione a dogma, perché da una leggenda non poteva, a loro avviso, nascere dogma alcuno. Ma, dopo la proclamazione del dogma paventato, tutti si adeguarono e si piegarono immediatamente a sostenerlo.

Inoltre i Teologi Cattolici sono obbligati dal giuramento antimodernista, imposto da Pio X nel 1910, che li vincola alle decisioni della Commissione papale sugli Studi Biblici, la quale condanna pressoché in blocco tutti i risultati acquisiti dalla Teologia storico - critica. Questo giuramento, vieta addirittura agli studiosi cattolici di illustrare e di spiegare le scritture del Nuovo Testamento e dei Padri della Chiesa senza l'approvazione dell’autorità ecclesiastica, la quale è sempre pronta a negare ogni possibile revisione critica o indagine scientifica.

Infine, le pubblicazioni di questi intellettuali soggiacciono all’imprimatur della
Chiesa, e non solo quando si tratta di libri, ma anche di articoli su periodici e quotidiani. Sono queste le ragioni per cui i Teologi Cattolici in possesso di serie inclinazioni critiche (cosa, per altro, piuttosto rara) possono occuparsi solo di questioni secondarie, mentre i problemi fondamentali restano per loro saldamente vietati e riservati esclusivamente alla Commissione papale.

Tutto quel che concerne questioni di principio può essere trattato dai Cattolici che si occupano di Storia della Chiesa solo ed esclusivamente per raccogliere testimonia pro domo sua; devono fornire, insomma, non una spiegazione storica dei dati di fatto, ma indicazioni tendenzialmente dogmatiche, costretti per ciò stesso a usare violenza al corso effettivo della storia, reinterpretata alla luce dei dogmi successivamente elaborati.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)