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venerdì 21 marzo 2014

Giacomo, il fratello di Gesù.124

Giacomo, il fratello di Gesù,fu il primo personaggio delineato con precisione della storia del cristianesimo. Negli Atti degli Apostoli riveste un ruolo fondamentale come nemico implacabile di Paolo di Tarso e guida incontrastata della comunità di Gerusalemme. Quando Gesù era ancora in vita, Giacomo ebbe per lui scarsa considerazione. Infatti di Giacomo non troviamo alcuna traccia nei Vangeli. Ma dopo la morte del fratello volle anch’egli andare incontro al Risorto, unendosi alla nuova setta ormai in crescita.

Consacrato nazireo dalla madre Maria, Giacomo, che viveva notoriamente
nell’ascesi e che si richiamava alla Legge, dette l’avvio a una duplice rielaborazione
della dottrina di Gesù, da un lato nel senso di una vita molto riservata, quasi monastica, lontana dal mondo, dall’altro nell’inclinazione a una stretta osservanza della Legge, a un rinnovato richiamo alla Thora, in ciò scostandosi apertamente dal comportamento del fratello.

Così ci viene descritto da Eusebio di Cesarea: «Egli fu santo fin nel seno materno. Non bevve vino o alcun’altra bevanda alcolica né mangiò carni di animali. Nessuna lama toccò mai il suo capo, non si unse d’olio né prese un bagno. A lui solo fu concesso di entrare nel santuario, perché non indossava abiti di lana, ma di lino. Si recava nel Tempio sempre da solo, dove lo si poteva trovare inginocchiato a pregare Dio perché perdonasse il popolo; così le sue ginocchia erano indurite come quelle di un cammello».

È indubbio che Giacomo, godette di un rango superiore allo stesso Pietro, che pare gli abbia riconosciuto la primazia all’interno della Comunità originaria. Con lui, però, ha inizio per il Cristianesimo un processo, gravido di conseguenze involutive, caratterizzate da una rinnovata giudaicizzazione della religione, che influenzerà anche i Vangeli, soprattutto quello di Matteo, particolarmente prediletto dalla Chiesa.

 Egli capeggiò la Comunità per vent’anni, durante i quali godette, dell'appoggio di molti farisei e soprattutto del popolo che lo stimava per la sua alta pietà e per il suo continuo prodigarsi a favore dei poveri, finché non fu lapidato intorno al 62 per ordine del grande sacerdote Anania.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)