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martedì 14 febbraio 2017

111– Il falso Jahvè. La Bibbia in controluce 3

A ben guardare, tutta la storia di Adamo ed Eva è un controsenso, come del resto tanti altri episodi biblici, e si presta a infinite domande che non trovano risposta se non ammettendo che si tratti di una semplice favola.
Tanto per fare qualche esempio: se tutta l'umanità discendeva da Adamo ed Eva, dove trovò moglie Caino?
"Caino si unì a sua moglie che rimase incinta e diede alla luce Enoc. Poi Caino costruì una città alla quale diede il nome di suo figlio: Enoc" (Genesi, 4, 17). E dove trovò la manodopera per costruire un'intera città? Quindi è più che evidente che questi episodi sono puramente mitologici.
La storia del diluvio è un'altra leggenda presa dalla mitologia babilonese. Per cominciare, sono passate appena nove generazioni dalla creazione di Adamo e già il genere umano è riuscito a popolare gran parte della Terra. Per di più, Dio si è pentito della sua creazione perché l'umanità è diventata corrotta e malvagia e decide di sterminarla con un diluvio che coprirà l'intero globo. Anche qui ci troviamo davanti alla leggenda quasi identica, fin nei minimi particolari, dell'epopea di Gilgamesh, creata a Babilonia nel 1600 a.C. (James George Frazer, Folk-lore in the Old Testament, vol. I, pagg. 104-36).
Sul racconto del diluvio le amenità bibliche si sprecano. A parte il fatto che tutti i biblisti seri lo considerano un racconto puramente simbolico, vale la pena di fare alcune considerazioni per mettere qualche pulce nell'orecchio ai soliti ortodossi che lo credono veritiero. Anzitutto, Noè costruisce l'arca in pieno deserto con l'aiuto di pochi familiari, e la costruisce così grande (150 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 15 di altezza) da uguagliare la stazza di un moderno transatlantico. Come avrà fatto e come si sarà procurato l'immenso materiale occorrente? Alcuni Padri della Chiesa (Origene e Sant'Agostino), non sapendo darsi una risposta, hanno supposto che la costruzione sia durata cent'anni. Il che sembra davvero poco verosimile! La durata delle piogge poi è controversa. Secondo la fonte jahvista è durata sessantun giorni, per quella sacerdotate un anno e dieci giorni, per Genesi quaranta giorni e quaranta notti. Ma, tornando al diluvio, che dire degli animali? Chi li radunò davanti all'arca e in numero così grande? "D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra " (Genesi 7,23).

Un numero stratosferico! E per il nutrimento di quel giardino zoologico galleggiante? I teologi non si sono scoraggiati, e dando fondo a tutta la loro amena fantasia hanno calcolato anche questo. Per Athanasius Kircher, stravagante gesuita del 1600 che si piccava di aver decriptato i geroglifici ed era seguace dell'occultismo teologico, Noè imbarcò anche 4562 pecore per sfamare gli altri animali carnivori. E per gli erbivori? E per accudire quella massa d'animali? Facevano pure i loro bisogni! Qualcuno ha pensato di risolvere ogni cosa ricorrendo all'ibernazione che eliminava tutti i problemi. E i pesci? Vennero imbarcati nell'arca o rimasero fuori e s'arrangiarono da soli? Infine, ma i quesiti potrebbero continuare, gli animali e Noè cosa trovarono per sfamarsi una volta usciti dall'arca, dal momento che ovunque c'era solo fango! E pensare che molti, nonostante quello che abbiamo detto, sono ancora convinti che sul monte Ararat ci siano i resti dell'arca di Noè!

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)