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giovedì 23 febbraio 2017

Gli Atti dei Martiri descritti nel Martirologio sono un'altra colossale bufala inventata dalla Chiesa. 298

Dopo che il Cristianesimo fu riconosciuto e legalizzato da Costantino, la Chiesa si prodigò a redigere gli "Atti dei Martiri" raccogliendoli nel "Martirologio": una sorta di calendario liturgico ufficiale in cui vengono descritte le storie di un numero esagerato di martiri di tutte le epoche. Si tratta di un colossale imbroglio perché questi martiri sono in maggioranza inventati (come San Gennaro, patrono di Napoli, del quale non esistono testimonianze storiche).

Gli episodi persecutori veri e propri furono limitati e mai giustificarono l'ipotesi di un olocausto. Come, altrimenti, si spiegherebbe il fatto che il cristianesimo precostantiniano abbia potuto espandersi in tutte le contrade dell'Impero e consentire il proliferare di comunità di fedeli, della loro gerarchia di diaconi, presbiteri e vescovi e una produzione ampia di testi teologici e storici da parte di uomini di cultura, come Clemente, Ireneo, Teodoreto, Tertulliano ed Eusebio?

La Chiesa – come abbiamo accennato più volte in precedenza – fin dalle sue origini ha distrutto tutte le opere contrarie alla sua ideologia e ai suoi interessi politici. Così, riguardo alle persecuzioni, ci mancano quasi completamente i testi degli editti anticristiani imperiali. Infatti, la loro raccolta, compilata dal giureconsulto Domizio Ulpiano, è stata fatta sparire dalla Chiesa postcostantiniana in quanto contraddiceva i molti falsi storici costruiti intorno alle persecuzioni, a cominciare da quelli tramandatici da Eusebio di Cesarea, ciambellano di Costantino, nella sua Storia ecclesiastica, privi di riscontri.

Eusebio di Cesarea, infatti, ebbe da Costantino il permesso di controllare gli Archivi imperiali che descrivevano tutti i fatti e le leggi accaduti durante la lunga storia di Roma. Secondo molti studiosi egli falsificò molti documenti anticristiani o storici mediante aggiunte e cancellazioni. Quindi la sua Storia ecclesiastica è poco credibile perché ricca di innumerevoli invenzioni (come la successione degli apostoli e la cronologia dei primi papi), tra le quali il numero spropositato di martiri cristiani.



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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)