Visualizzazioni totali

giovedì 16 febbraio 2017

I veri martiri cristiani furono pochissimi, gli apostati tantissimi. 297

Tutti i Padri della Chiesa hanno enormemente esagerato sia il numero delle persecuzioni, sia quello dei martiri, e hanno inventato anche la favola che i cristiani dovevano nascondersi nelle catacombe per celebrare i loro riti. Oggi, però, nessun storico serio può avvallare una tale leggenda perché in realtà le catacombe (antichi cimiteri romani in disuso) furono dai cristiani usate solo per praticare i loro misteri separatamente dal “volgo profano” (in quanto si prestavano allo scopo), e per poter seppellire i loro morti con esequie religiose.

In realtà le dieci persecuzioni vantate dalla Chiesa ebbero tutte breve durata e causarono un numero relativamente basso di martiri autentici. Ce lo confessa Origene quando dichiara che il numero dei martiri cristiani «è piccolo e facile da contare» Ulteriore conferma che la persecuzione attuauta da Nerone fu una vera bufala perché da lui totalmente ignorata.

Neppure la persecuzione di Diocleziano fu grande come attesta la Chiesa. Ci furono dei confessori che vennero banditi o condannati ai lavori forzati nelle miniere, ma le esecuzioni capitali furono pochissime, e invece tante le abiure, come quella dello stesso papa Marcellino. La Chiesa incitava al martirio affermando che esso equivaleva ad un secondo battesimo che purificava da ogni peccato e consentiva ai martiri di salire diritti al cielo.

Una promessa analoga fu fatta, in seguito, anche per i crociati che morivano in battaglia. Neppure Diocleziano ebbe in animo, ovviamente, di distruggere i cristiani, i quali all’inizio del IV secolo costituivano già una parte consistente della popolazione, all’incirca dai sette ai quindici milioni di persone, su una cifra totale di circa cinquanta milioni di abitanti dell'Impero. Lo stesso vescovo di Roma Marcellino, che sedette sul seggio di Pietro dal 296 al 304, sacrificò agli dèi, anche se da parte cattolica la sua apostasia viene attenuata ritenendola non del tutto certa ma solo «estremamente probabile».

Singolare il comportamento del vescovo Euctemone di Smirne, successore di Policarpo, discepolo degli Apostoli. Arrestato, si affrettò verso il tempio con un agnellino, lo sgozzò, lo sacrificò agli dei e ne mangiò, facendo portare a casa propria quel che era rimasto. «Fu come se non potesse ricevere abbastanza carne sacrificale». Non solo, esortò all’apostasia anche i suoi fedeli. Un atteggiamento simile fu condiviso anche da altri vescovi, ad esempio da Reposto di Sutunurcum, che compì il sacrificio insieme a tutta quanta la sua comunità, come ci racconta Cipriano.


Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)