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venerdì 12 maggio 2017

La vera identità del Gesù dei Vangeli 11

E , una volta sconfitti e catturati, non avendo avuto il tempo di suicidarsi prima della cattura, come affrontavano la morte gli zeloti? Giuseppe Flavio, il massimo storico ebraico che li odiò a morte, ritenendoli responsabili della distruzione di Gerusalemme e del Tempio e che forse era lontano parente dei figli di Giuda il Galileo, nel suo libro Guerra Giudaica così dice degli zeloti: “…non vi fu alcuno che non restasse ammirato per la loro fermezza e per la loro forza d’animo, o cieco fanatismo che dir si voglia…accogliendo i tormenti e il fuoco, con il corpo che pareva insensibile e l’anima quasi esultante” (Bellum VII 416-419). E ancora: “Il loro spirito fu assoggettato ad ogni genere di prova durante la guerra contro i romani, in cui stirati e contorti, bruciati e fratturati e passati attraverso tutti gli strumenti di tortura perché bestemmiassero il Legislatore, o mangiassero qualche cibo vietato, non si piegarono a nessuna delle due cose, senza una parola meno che ostile verso i carnefici e senza versare una lacrima. Ma sorridendo tra i dolori e, prendendosi gioco di quelli che li sottoponevano ai supplizi, esalavano serenamente l'anima, certi di tornare a riceverla” (Antichità II 152). Nel 34 d.C. in Giudea imperversò una grave carestia che opprimeva l'intera popolazione, costringendo molti poveri a morire di fame. La carestia era aggravata anche dai forti contributi imposti da Roma sui prodotti agricoli e determinava scontri sociali cavalcati prontamente dagli zeloti allora campeggiati da Giovanni di Gamala, figlio primogenito di Giuda il Galileo. Nello stesso anno scoppiò un conflitto fra l'Impero romano e il Regno dei Parti, obbligando le legioni romane del Medio Oriente a marciare, sotto il comando di Lucio Vitellio, verso il fiume Eufrate per bloccare l'esercito persiano. 

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)