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sabato 27 maggio 2017

La vera identità del Gesù dei Vangeli 15

Non vi fu alcuna via crucis, del resto mai accennate da Cicerone, Seneca, Maccio Plauto e Plinio il Vecchio che riferirono sulle crocifissioni. Questa tortura avrebbe creato grossi problemi di servizio d'ordine mettendo a rischio l'incolumità dei miliziani di scorta obbligati a seguire il condannato per un lungo tratto di strada. Non vi fu alcun processo per stabilire la colpevolezza perché il reato era flagrante. Quindi il processo di Gesù celebrato nei Vangeli, oltre ad essere una summa di incoerenze e di assurdità, era totalmente escluso dalla flagranza del reato. Allora perché è stato inserito nei Vangeli? Per far ricadere sui Giudei la colpa dell’uccisione del “Salvatore”. Infatti, Gesù Cristo “Nostro Signore”, per la nuova dottrina del Cristianesimo nascente, non doveva risultare giustiziato dal potere di Roma perché ciò avrebbe dimostrato che era un re ebreo zelota guerriero e questo contrastava la figura dell’“Agnus Dei”, vittima sacrificale divina per il bene dell’umanità. Inoltre i Vangeli narrano, in contrasto palese con la storia documentata e tra assurdità e incoerenze di ogni genere, che a far uccidere Gesù fu Ponzio Pilato, costretto dai Giudei, e non Lucio Vitellio. Falso storico conclamato perché la condanna di “Gesù” è avvenuta dopo la destituzione di Pilato (Ann. XV cap. 44). 

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)