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venerdì 28 luglio 2017

Peccato e redenzione n.4


Il mito biblico al vaglio della scienza

Un essere umano che si qualifichi Homo sapiens, che abbia superato l'adolescenza, che possieda una minima istruzione di base, che usi appena qualcuno dei mille miliardi di neuroni che contiene il suo cervello, può credere alle immani puerilità implicite nella favoletta della Genesi e regredire intellettualmente allo stadio del troglodita? Purtroppo sì, se intere generazioni di esseri umani basano da secoli la loro esistenza su di esse, nonostante i molteplici tentativi della scienza di dimostrare la loro assoluta irrazionalità e le loro incoerenze logiche.

Diamo ora una breve occhiata alle più macroscopiche assurdità scientifiche che la Genesi biblica ci propina a dimostrazione che se la Bibbia è parola di Dio, questo Dio ha il livello intellettuale di un bambino della scuola materna.

Cominciamo dalla forma della Terra come viene concepita nella Bibbia. Nonostante alcuni antichi sapienti, tra i quali il greco Pitagora, avessero ipotizzato, in ere remotissime, la sfericità del nostro pianeta, avendola dedotta dalla forma degli altri corpi celesti, la Genesi ce lo presenta piatto, come probabilmente era descritto dall'antica mitologia mesopotamica. Questa concezione piatta della Terra, stante l'assoluta autorevolezza del testo biblico, rimase in vigore fino a pochi secoli fa, nonostante le smentite degli scienziati, e per la Chiesa primitiva fu a lungo considerata verità di fede, al punto che disconoscerla poteva implicare l'accusa di eresia, con tutto quello che ne derivava.

A questa macroscopica bufala dobbiamo aggiungere quella ancora più grande che considerava la nostra Terra il centro dell'universo. Il versetto biblico del libro di Giosuè 10:12 «Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle d'Aialon!» fu una chiara intimazione al Sole di fermare il suo moto, implicando al contrario che la Terra fosse ferma al centro dell'Universo. Le parole di Giosuè erano confermate dal fatto che nella Genesi sta scritto "In principio Dio creò il cielo e la Terra" e solo successivamente il Sole e le stelle. Stelle pensate non come le conosciamo noi (soli distanti e remoti) ma semplici faretti lampeggianti nel cosiddetto "firmamento" notturno, messi a mo' di decorazione per i mortali. Egli creò anche le stelle e le mise esattamente dove più gli piacque. Dio mise tutte queste bellissime luci nel cielo, per far luce sulla terra. Il sole illumina la terra durante il giorno, e la luna e le stelle la illuminano di notte.”

La Chiesa cristiana considerò il geocentrismo come verità assoluta di fede e mandò al rogo Giordano Bruno nel 1600 che la pensava diversamente. Galileo, che osservando le fasi di Venere con il suo rudimentale telescopio dedusse che il pianeta dovesse trovarsi tra la Terra è il Sole, e che quindi fosse il Sole al centro del nostro sistema, non la Terra, dovette rigettare la sua scoperta sotto la pressione dell'inquisizione ecclesiastica per non finire sul rogo come Giordano Bruno nel 1600. Dovette fingere di non credere ai suoi stessi occhi, mentre i suoi inquisitori si rifiutavano di osservare Venere col cannocchiale per il timore di essere smentiti.

"Mantenere una posizione privilegiata della Terra al centro dell'universo era assolutamente necessario perché l'uomo fosse ritenuto apice e fine della creazione", spiega il fisico, premio Nobel, Steven Weinberg. "L'idea che la Terra si muova intorno al sole fu più difficile da accettare. Dopo tutto, la Bibbia colloca l'umanità al centro di un grande dramma cosmico di peccato e salvezza, e quindi come potrebbe la nostra Terra non essere al centro dell'universo? Fino al diciannovesimo secolo, l'astronomia copernicana non si poteva insegnare a Salamanca o in altre università spagnole”.

E nemmeno in quelle italiane dominate dal clero.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)