Il mito biblico al vaglio
della scienza
Un essere umano che si
qualifichi Homo sapiens, che abbia superato l'adolescenza, che
possieda una minima istruzione di base, che usi appena qualcuno dei
mille miliardi di neuroni che contiene il suo cervello, può credere
alle immani puerilità implicite nella favoletta della Genesi e
regredire intellettualmente allo stadio del troglodita? Purtroppo sì,
se intere generazioni di esseri umani basano da secoli la loro
esistenza su di esse, nonostante i molteplici tentativi della
scienza di dimostrare la loro assoluta irrazionalità e le loro
incoerenze logiche.
Diamo ora una breve
occhiata alle più macroscopiche assurdità scientifiche che la
Genesi biblica ci propina a dimostrazione che se la Bibbia è parola
di Dio, questo Dio ha il livello intellettuale di un bambino della
scuola materna.
Cominciamo
dalla forma della Terra come viene concepita nella Bibbia. Nonostante
alcuni antichi sapienti, tra i quali il greco Pitagora, avessero
ipotizzato, in ere remotissime, la sfericità del nostro pianeta,
avendola dedotta dalla forma degli altri corpi celesti, la Genesi ce
lo presenta piatto, come probabilmente era descritto dall'antica
mitologia mesopotamica. Questa concezione piatta della Terra, stante
l'assoluta autorevolezza del testo biblico, rimase in vigore fino a
pochi secoli fa, nonostante le smentite degli scienziati, e per la
Chiesa primitiva fu a lungo considerata verità di fede, al punto che
disconoscerla poteva implicare l'accusa di eresia, con tutto quello
che ne derivava.
A
questa macroscopica bufala dobbiamo aggiungere quella ancora più
grande che considerava la nostra Terra il centro dell'universo.
Il versetto biblico del libro di Giosuè 10:12 «Sole, fermati su
Gabaon, e tu, luna, sulla valle d'Aialon!» fu una chiara
intimazione al Sole di fermare il suo moto, implicando al contrario
che la Terra fosse ferma al centro dell'Universo. Le parole di
Giosuè erano confermate dal fatto che nella Genesi sta scritto "In
principio Dio creò il cielo e la Terra" e solo successivamente
il Sole e le stelle. Stelle pensate non come le conosciamo noi (soli
distanti e remoti) ma semplici faretti lampeggianti nel cosiddetto
"firmamento" notturno, messi a mo' di decorazione per i
mortali. “Egli
creò anche le stelle e le mise esattamente dove più gli piacque.
Dio mise tutte queste bellissime luci nel cielo, per far luce sulla
terra. Il sole illumina la terra durante il giorno, e la luna e le
stelle la illuminano di notte.”
La
Chiesa cristiana considerò il geocentrismo come verità assoluta di
fede e mandò al rogo Giordano Bruno nel 1600 che la pensava
diversamente. Galileo,
che osservando le fasi di Venere con il suo rudimentale telescopio
dedusse che il pianeta dovesse trovarsi tra la Terra è il Sole, e
che quindi fosse il Sole al centro del nostro sistema, non la Terra,
dovette rigettare la sua scoperta sotto la pressione
dell'inquisizione ecclesiastica per non finire sul rogo come
Giordano Bruno nel 1600. Dovette fingere di non credere ai suoi
stessi occhi, mentre i suoi inquisitori si rifiutavano di osservare
Venere col cannocchiale per il timore di essere smentiti.
"Mantenere
una
posizione privilegiata della Terra al centro dell'universo era
assolutamente necessario perché l'uomo fosse ritenuto apice e fine
della creazione", spiega
il fisico, premio Nobel, Steven Weinberg. "L'idea
che la Terra si muova intorno al sole fu più difficile da accettare.
Dopo tutto, la Bibbia colloca l'umanità al centro di un grande
dramma cosmico di peccato e salvezza, e quindi come potrebbe la
nostra Terra non essere al centro dell'universo? Fino al
diciannovesimo secolo, l'astronomia copernicana non si poteva
insegnare a Salamanca o in altre università spagnole”.
E
nemmeno in quelle italiane dominate dal clero.
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