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martedì 10 settembre 2013

La Gnosi. (Parte terza) 69

Prima però di delineare la nuova figura del Cristo Gnostico è necessario chiarire, sia pure sommariamente, i postulati epistemologici sui quali si fondava lo gnosticismo, soprattutto quello sviluppatosi alla scuola d’Alessandria per influsso di Filone, filosofo ebreo contemporaneo di Cristo, che ebbe largo seguito nel primo cristianesimo.

Il mito centrale dello gnosticismo filoniano, che derivava da un antico movimento religioso che assommava speculazioni cosmogoniche, riti misterici e mistica devozione, si basava su un rigido dualismo: Dio e Mondo, Spirito e Materia che si contrapponevano perlopiù in modo inconciliabile. Dio e Spirito erano concepiti assolutamente buoni, la Materia radicalmente cattiva.

In base a questo rigido dualismo Dio era concepito come una sorgente di luce posta al centro del cosmo da cui si dipartivano miriadi di entità incorporee (scintille divine) essenzialmente spirituali, chiamate “Eoni”. Questi Eoni, allontanandosi dalla sorgente di luce divina, subivano una specie di collasso ontologico, si rivestivano di materia corruttibile e piombavano nelle tenebre. L'ultimo eone, l'anima umana, incarnandosi nel corpo materiale, dimenticava la sua origine divina e diventava di conseguenza schiavo del dolore, del male e della morte.

Ma la scintilla divina, presente in ogni essere umano, sentiva un anelito possente a ricongiungersi al Dio Padre da cui era partita. Ecco quindi l'esigenza di una fede ragionata (gnosi) che permettesse all'uomo di liberarsi della schiavitù della materia, di riprendere conoscenza della sua natura divina e risalire a Dio attraverso gli insegnamenti di un Logos Salvatore.

Secondo gli gnostici ad aiutare l'uomo al ricongiungimento con la luce divina sarebbe sceso in terra un Redentore, primogenito di Dio, che dopo aver insegnato agli uomini la via della liberazione, sarebbe sceso nell'Ade e poi asceso in cielo.


Evidentissima analogia con la cristologia della preesistenza. L’uomo celeste, il Redentore e Rivelatore, venne da molti gnostici dei primi quattro secoli immedesimato nella persona di Gesù, considerato il modello perfetto dell'uomo spirituale inviato da Dio sulla Terra per un puro gesto d'amore e dotato di una natura essenzialmente unica e spirituale. Per il teologo e vescovo Valentino, il massimo maestro gnostico del secondo secolo, anche la carne di Cristi era composta di spirito (Tertulliano, De Carne Christi, XV, 1, Rizzoli, Milano, 2000).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)