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martedì 5 novembre 2013

L'inferno, secondo S.Ignazio di Loyola (85)

Negli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti, uno, e precisamente il Quinto, consiste in una profonda riflessione sull’Inferno. Ancor oggi ogni Gesuita deve prendere parte a codesti Esercizi due volte nella vita per quaranta giorni e ogni anno per otto giorni.

Un primo esercizio preliminare deve rendere visibile all’occhio dell’immaginazione la lunghezza, la vastità e la profondità dell’inferno; un secondo esercizio preliminare prescrive «un sentimento vivissimo dei castighi inflitti ai dannati»; quindi in un esercizio in cinque punti ogni singolo senso deve suggerire l’immagine dell’inferno: l’occhio «quello smisurato fuoco ardente e le anime quasi come dentro corpi infuocati»; l’orecchio «il pianto, l'ululato, le strida, le bestemmie contro Cristo nostro Signore e tutti i Santi»; il naso «Il fumo,lo zolfo, le pozze di putridume dell’inferno»; il gusto «le amarezze, le lacrime, la tristezza, il rimorso»; il tatto deve «provare quegli ardori infuocati che avvolgono le anime e le bruciano».

Inoltre, colui che compie tali esercizi deve «richiamare alla memoria tutte le anime che si trovano nell’Inferno» e gioire perché essi (ancora) non ne fan parte. Questo quinto esercizio è raccomandato da Ignazio «un’ora prima di cena».

Non so se i Gesuiti oggi persistono a considerare validi i demenziali ingredienti antichi e medievali che il fondatore e primo generale dell’ordine pretendeva fossero incessantemente oggetto di rappresentazione realistica del dogma dell'inferno, addirittura attraverso evocazioni tattili. Temo proprio di sì. Ecco perché papa Francesco, che apparentemente sembra voler scrostare la Chiesa dagli orpelli barocchi che la tengono ancora pietrificata, persiste, come i precedenti papi, a rimestare la pentola dell'inferno, quando ormai non ci crede più nessuno.



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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)