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venerdì 10 gennaio 2014

La dottrina di Gesù. (Parte prima) 104

È estremamente difficile, riconosce la ricerca critica, ricostruire la dottrina del Gesù storico basandosi sui Vangeli e gli altri documenti del Nuovo Testamento. Tuttavia si può tentare, almeno approssimativamente, di cogliere i tratti fondamentali della sua predicazione, nonostante l’incertezza della tradizione,le lacune, le aggiunte, le ambiguità e le esagerazioni.

Accanto alla proclamazione della buona novella, ovvero dell'imminente avvento del Regno di Dio in Terra, al centro della predicazione di Gesù si trovava il comandamento dell’amore; dell’amore per Dio e per il prossimo e anche (entro certi limiti come vedremo in seguito) per i propri nemici.

Sembra che abbia prevalso in lui la tendenza a dimostrare l'ipocrisia farisaica di quanti, al suo tempo, dietro la vana devozione e l'osservanza ligia di infinite prescrizioni, volevano soltanto mascherare il vuoto dello spirito e la durezza del cuore.

Considerava la Legge, come veniva concepita dai farisei, ridotta soltanto all'osservanza di pratiche esteriori che nascondevano un cuore arido ed egoista. Per lui la vera religiosità non aveva niente a che vedere coi digiuni e i sacrifici e le false pratiche di pietà e nemmeno con l'elemosina ostentata ma con la ricerca degli umili e dei reietti d'ogni sorta perché in ognuno di loro c'era l'immagine di Dio. Era quindi contro l’oppressione dei deboli, lo sfruttamento dei poveri, contro la violenza, la vendetta e l’omicidio. Dovrebbero essere stati questi i tratti essenziali della sua predicazione.

Ma un tale insegnamento era veramente nuovo? Non c’è un solo pensiero cristiano che non sia rintracciabile già prima di Gesù nella letteratura «pagana» o «giudaica», scrive Karl Kautsky.

Tutti i concetti fondamentali di Gesù sono poco originali e furono espressi già
prima di lui dai Salmi, dai Profeti ebrei, dai Rabbini, dagli Esseni, ai quali forse appartenne - come ormai ammettono anche alcuni teologi cattolici - da Giovanni il Battista, dal Buddhismo indiano, da Zarathustra, da Socrate, da Platone, dalla Stoa, dal Cinismo e da moltissimi altri saggi dell'antichità.


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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)