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venerdì 7 febbraio 2014

Altri documenti frammentari del Nuovo Testamento. 112

Oltre ai due codici fondamentali su pergamena del IV secolo (il Sinaitico e il Vaticano) ci sono pervenuti dei documenti su papiro assai frammentari ma di notevole valore, risalenti al II secolo, e traduzioni latine, siriache e copte fatte su testi greci, anch’esse risalenti al II secolo. . Si tratta di trasposizioni condotte con grande povertà formale e incapaci di rendere le peculiarità e le sfumature del greco, se non in modo assai rozzo.

In questi documenti frammentari troviamo che i discorsi di Gesù sono tramandati in aramaico, dialetto siriaco parlato in Galilea. Probabilmente fu proprio dalle inflessioni di questo idioma parlato velocemente, non molto raffinato e di scarso prestigio, che Pietro venne riconosciuto nel cortile del sommo sacerdote Caifa durante la Passione. (Mt. 26, 73).

Purtroppo, sono pochissime le parole di Gesù pervenute nel testo greco dei Vangeli canonici nella loro forma aramaica originale, come il "Talitha kum" con cui resuscita la figlia di Giairo (Mc. 5, 41), l’ "Effetha" con cui avrebbe guarito il sordomuto (Mc. 7, 34), ed il "Eh, Eh, lema sabchtanì", parole con le quali in Matteo e in Marco lamenta sulla croce d’essere stato abbandonato da Dio (Mt. 27,46; Mc. 15, 34), e, infine, il termine "Amen".


É significativo che in uno di questi frammenti evangelici siriaci assai antico, l’attuale versetto di Matteo 1,16 che recita: “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo”, recita invece “A Giuseppe, al quale la fanciulla era fidanzata, essa generò Gesù” (Nestle, Novum Testamentum graece et germanice, Matteo 1,16). In base a questo antichissimo documento, quindi, Giuseppe è il padre di Gesù, Maria non è vergine e neppure sposata quando lo genera. Per noi, oggi Gesù sarebbe nato da una ragazza madre o da una coppia di fatto.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)