Visualizzazioni totali

martedì 17 giugno 2014

Il Gesù storico non si ritenne Figlio di Dio. (Parte seconda) 149

In più occasioni il Gesù sinottico viene distinto nettamente da Dio. Infatti, nel Vangelo di Marco, Gesù non è onnipotente e onnisciente, né assolutamente buono come avrebbe dovuto essere se fosse stato equiparato a Dio.

A Nazareth, “non poté compiere alcuna opera potente (Marco 6,5)”; a proposito del giorno del Giudizio dichiarò che nessuno ne conosceva il momento preciso, ad eccezione di Dio, «neppure il Figlio» (Marco 13, 32); ad un ricco che lo definisce «buono» risponde: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, soltanto Dio» (Marco 10,18).

Queste limitazioni apparvero funeste ad alcuni Padri della Chiesa che le negarono, considerandole un falso (Ambrogio, De fide 5,8) o le stravolsero completamente (Basilio, Epistole 236,2).

È certamente vero che alla domanda del Gran Sacerdote se Gesù fosse il Cristo, il figlio dell’Altissimo, ivi si legge la chiara risposta: «Sì, lo sono; e vedrete il figlio dell’uomo assiso alla destra della potenza e giungere con le nuvole del cielo» (Mc. 14, 60 sgg.). Ma la Teologia critica ritiene questa affermazione storicamente infondata perché Gesù storico non ha mai preteso per sé uno solo dei titoli messianici - Messia, Figlio di Dio, Figlio di Davide, Figlio dell’Uomo - che circa mezzo secolo dopo la sua morte gli furono attribuiti dagli Evangelisti.


E secondo il parere unanime dei teologi critici, Gesù non sollecitò alcuna forma di fede in se stesso; anzi, essi affermano che al centro della sua predicazione si trova l’annuncio dell’approssimarsi del Regno, ma nessun comandamento di fede.

Solo il quarto Vangelo pone sulla bocca di Gesù esortazioni alla fede, mentre le due uniche eccezioni nei Sinottici sono nate in seguito a una rielaborazione posteriore, come risulta chiaramente dalla comparazione testuale.

Comparando i Vangeli notiamo taluni particolari, apparentemente insignificanti, che tradiscono il processo di esaltazione della figura di Gesù. Così se Marco, a proposito di Giuseppe di Arimatea dice che anch’egli «attendeva il Regno di Dio», Matteo, con una sottile ma eloquente differenziazione, scrive che anch’egli «era diventato un discepolo di Gesù». In tal modo il «Regno di Dio» annunciato nel Vangelo di Marco, in quello di Matteo diventa più spesso il Regno di Gesù o del Figlio dell’Uomo. Se in Marco Gesù parla degli umili «che ci credono», Matteo aggiunge «che credono in me» (Cfr. Mc. 9, 42 - Mt. 18, 6). Se in Marco gli Apostoli, dopo la passeggiata di Gesù sulle acque, sono solo «fuori di sé per la meraviglia», in Matteo si prostrano ed esclamano: «Davvero Tu sei il Figlio di Dio!» (Cfr. Mc. 6, 51 sg. con Mt. 14, 33).

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)