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martedì 16 settembre 2014

Anche il giudaismo contribuì al rapido sviluppo del cristianesimo. 169


 A favorire la rapida espansione del cristianesimo oltre alle tendenze monoteistiche che si erano rapidamente diffuse nel mondo antico, contribuì anche la vasta propaganda religiosa intrapresa dal giudaismo nel nome del suo dio Jahvè. Ciò fu dovuto al fatto che a quel tempo circa tre milioni di ebrei si erano sparsi nelle varie contrade dell'impero romano rimanendo più o meno fedeli all'osservanza della legge ebraica e quindi fortemente legati al monoteismo jahvista. Perfino a Roma, la capitale dell'Impero, si era costituita una grossa comunità ebraica, concentrata soprattutto nei quartieri più disagiati di Trastevere, ove svolgeva i commerci minuti e l'artigianato minore.

A dar credito ad Orazio e a Giovenale, importanti poeti latini, questa comunità era piuttosto detestata dalla maggioranza dei romani ma poteva esercitare liberamente il suo culto e riunirsi nelle sinagoghe. Alcuni pagani, favorevolmente impressionati dal modo di vita ebraico che imponeva il monoteismo, severe norme morali e l'assistenza ai bisognosi, si dimostrarono interessati a questa nuova religione e cominciarono a frequentare le sinagoghe come uditori. Venivano chiamati “timorati di Dio”.

Quando Paolo intraprese i suoi viaggi missionari si appoggiò sempre a queste comunità ebraiche diffuse in tutte le maggiori città d’Asia e del resto dell'Impero e tramite esse poté facilmente avvicinare questi pagani timorati di Dio. Siccome egli ne facilitava l'accoglimento, non facendo distinzioni fra proseliti e membri di pieno diritto, e per di più trasmetteva loro anche la religione dei Misteri ben nota al mondo pagano, essi si dimostrarono spesso molto più disponibili e ricettivi degli ebrei ad accogliere la prospettiva dell'imminente restaurazione del Regno di Dio. Ciò convinse Paolo che solo i timorati di Dio avrebbero costituito la sua nuova Chiesa e da quel momento si staccò completamente dall'ebraismo e inventò il cristianesimo per i pagani convertiti.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)