Visualizzazioni totali

venerdì 19 settembre 2014

L'ethos sociale proposto dal cristianesimo favorì la sua rapida diffusione. 170

La forte impronta sociale che il cristianesimo seppe diffondere predicando la lieta novella anche per gli oppressi e gli umili fu un altro fattore determinante per la sua rapida diffusione. Il fatto che il Cristianesimo reclutava i propri adepti fra le classi più derelitte, cioè fra i poveri, gli schiavi, i liberti, i lavoratori di basso livello e in genere fra i diseredati e gli emarginati anche di pessimi costumi, come Gesù che accettava tra i suoi seguaci pubblicani e prostitute, attirò ben presto l'attenzione di una vasta classe popolare.

Paolo, a proposito della sua comunità di Corinto diceva che non c'erano molti sapienti né molte persone influenti né molti nobili tra i suoi seguaci e denunciava la «povertà abissale» della comunità di Macedonia (Cor. 1, 26; 2 Cor. 8, 2). Fino al Il secolo inoltrato la condizione media dei componenti le comunità cristiane fu determinata dai ceti più umili e, in ogni caso, da uomini di scarsa cultura e di di bassa condizione sociale. Lo deduciamo anche dagli scritti cristiani più antichi (Lettera di Giacomo, Apocalisse) con la loro aperta ostilità verso i ricchi e i potenti, e, non da ultimo, dal sarcasmo del polemista anticristiano Celso che accusava i predicatori cristiani di scegliere i loro seguaci tra “gli ottusi, gli ignoranti, o gli stupidi» ai quali imponevano: “non chiedere nulla: credi e basta. La tua fede ti salverà”.

Un altro fatto poco noto è che il cristianesimo più antico, diversamente dai culti pagani, nei quali pagavano anche i bambini, non costava nulla, essendo completamente gratuito. Fra i precetti dell'ethos della nuova religione ad attrarre l'attenzione del mondo pagano fu soprattutto il comandamento dell’amore per il prossimo e perfino per il nemico, che poi la Chiesa, appena giunta al potere, rinnegherà accanendosi con ferocia contro i pagani e quanti rifiutavano la conversione.


Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)