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martedì 29 novembre 2016

89– Il falso Jahvè. La riforma di Giosia (639-586 a.C.) e la nascita della Bibbia 3

Dopo aver sradicata l'idolatria in Giuda, Giosia, approfittando di una improvvisa e rapida decadenza dell'impero assiro, costretto, a causa della crescente potenza babilonese, a ritirare le sua truppe d'occupazione nel Regno del Nord, spinse la sua campagna iconoclasta fino a Bethel, dove l'odiato Geroboamo aveva fondato il tempio rivale a quello di Gerusalemme, dedicato a Baal. Questa spedizione punitiva era stata profetizzata, come ci racconta il Libro Primo dei Re, 13,1-2, tre secoli prima, fin nei minimi dettagli e col nome esatto di re Giosia, da un profeta anonimo. Si tratta ovviamente di una profezia post eventum, cioè aggiunta dopo che i fatti erano accaduti per attribuire a questo re un alone messianico. Ma per gli ortodossi fondamentalisti si tratta invece di un chiaro esempio di profezia realizzata. Il resoconto che ricaviamo dal secondo libro dei Re è di una crudeltà agghiacciante. Dopo aver massacrato il clero, i devoti israeliti e perfino alcuni ebrei di Giuda che si erano uniti a loro in un insediamento vicino, fece togliere le ossa dalle tombe intorno a Bethel e le ridusse in polvere per profanarle.
"Giosia demolì anche l'altare del santuario sulla collina a Bethel, fatto costruire da Geroboamo figlio di Nebat, quello che fece peccare gli israeliti. Distrusse altare e santuario, poi bruciò e ridusse tutto in cenere, anche il palo sacro della dea Asera. In quell'occasione, Giosia si guardò intorno e vide alcune tombe sul monte. Mandò a prelevare le ossa di quelle tombe, le bruciò sull'altare e, in questo modo, le sconsacrò. Si avvera così il messaggio del Signore, riferito da un antico profeta [...] Sugli altari di ogni santuario fece uccidere i sacerdoti e bruciò ossa umane. Infine rientrò a Gerusalemme" (2 Re 23,15-20).
Con la riforma di Giosia venne per sempre eliminata ogni traccia di idolatria nel Regno di Giuda e nel territorio del nord e si affermò definitivamente il culto unico di Jahvè nel solo Tempio di Gerusalemme. Comincia per Israele il monoteismo rigoroso.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)