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martedì 8 agosto 2017

Peccato e redenzione n.7


Attraverso continui mutamenti, quali ad esempio il bipedismo, si sono trasformati nel primo ominide (australopiteco), quindi circa due milioni di anni fa nell'Homo abilis, successivamente, un milione di anni fa, nell'Homo erectus e, finalmente, appena 200.000 anni fa nell'Homo sapiens.

Questa classificazione è stata possibile esaminando i molti resti fossili trovati nelle varie parti del pianeta. L'evoluzione, evidenziata dalla crescita della calotta cranica e quindi del cervello, ha favorito quegli esseri che sono stati in grado di manipolare l'ambiente, creando i primi utensili (selci lavorate in modo da essere taglienti). Ma al di là dei numerosi fossili (che si accrescono di anno in anno per continui ritrovamenti) per renderci conto che siamo il frutto di un processo evolutivo è sufficiente osservare il nostro corpo. Ad esempio le dita dei nostri piedi sono l'involuzione di una mano prensile, il nostro bacino presenta un abbozzo di quella che era una coda: il coccige, e i biologi affermano che abbiamo anche del ciarpame inutile ereditato da pesci, girini e serpenti.

Eppure, nonostante tutti questi dati di fatto, secondo un sondaggio della CNN del 2010, il 53% degli intervistati negli Stati Uniti d'America crede ancora nel creazionismo, cioè nella favoletta sumerica copiata nella Genesi. Il 31% crede nell'Intelligent Design (Progetto Intelligente) che sostiene che l'uomo si è effettivamente evoluto in milioni di anni partendo da forme primitive, ma secondo un processo guidato da Dio (ma in questo caso si salva Dio come creatore e si butta Adamo e il peccato originale alle ortiche). Soltanto il 12% crede in ciò che afferma la teoria dell'evoluzione.

E in Italia dove il Vaticano la fa da padrone e la classe politica è ad esso totalmente appecorata? Di fatto la teoria evolutiva non viene trattata nella scuola dell'obbligo. Infatti nel 2004 (DL 19 febbraio n.59), l'allora ministra della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti, fece togliere ogni riferimento a Darwin e all'evoluzione nei programmi scolastici del primo ciclo, facendoli scivolare nel pieno Medio Evo. Si doveva tornare al racconto del mitico vasaio, in base al dogma del primato della fede sulla ragione, sostenuto dalla Chiesa. Quando, di fronte alle proteste del mondo scientifico, la ministra fu costretta a fare marcia indietro, obtorto collo concesse agli insegnanti, che lo desideravano, di accennare all'evoluzionismo (come si trattasse di un optional) nella speranza che non lo facessero. Per cui è rimasto spesso vistosamente ignorato. La nostra scuola, come è dimostrato in numerose classifiche europee, è mostruosamente arretrata in campo scientifico.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)