Le
successive pagine della Genesi poi ci presentano altre mirabolanti
storie del tutto inverosimili, cominciando da quella del diluvio,
un'altra
leggenda presa, di sana pianta, dalla mitologia babilonese.
Per
cominciare, sono passate appena nove generazioni dalla creazione di
Adamo e già il genere umano è riuscito a popolare gran parte della
Terra. Come avranno fatto? Gli ominidi, nostri veri antenati, hanno
impiegato milioni di anni per evolvere e popolare il nostro
pianeta. Nella Bibbia bastano nove generazioni. A questo punto, Dio
si pente della sua creazione perché l'umanità è diventata
corrotta e malvagia e decide di sterminarla con un diluvio che
coprirà l'intero globo.
Anche
qui ci troviamo davanti alla leggenda quasi identica, fin nei minimi
particolari, dell'epopea di Gilgamesh, creata a Babilonia nel 1600
a.C. (James George Frazer, Folk-lore in the Old Testament, vol. I,
pagg. 104-136). Sul
racconto del diluvio le amenità bibliche si sprecano anche se ancor
oggi milioni di americani dalla Bible Belt, indifferenti al ridicolo,
lo credono veritiero.
Anzitutto,
Noè costruisce l'arca in pieno deserto con l'aiuto di pochi
familiari, e la costruisce così grande (150 metri di lunghezza, 25
di larghezza e 15 di altezza) da uguagliare la stazza di un moderno
transatlantico. Come avrà fatto e come si sarà procurato l'immenso
materiale occorrente? Alcuni Padri della Chiesa (Origene e
Sant'Agostino), non sapendo darsi una risposta, hanno supposto che la
costruzione sia durata cent'anni. Il che sembra davvero poco
verosimile! La
durata delle piogge poi è controversa. Secondo la Genesi è durata
quaranta giorni e quaranta notti ma in altre parti della Bibbia la
durata si allunga da sessantun giorni ad un anno e dieci giorni.
E
che dire degli animali? Chi li radunò davanti all'arca e in numero
così grande? "D'ogni
animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua
femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la
sua femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio
e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra "
(Genesi 7,23). Un
numero stratosferico! E per il nutrimento di quel giardino zoologico
galleggiante? I teologi non si sono scoraggiati, e dando fondo a
tutta la loro amena fantasia hanno calcolato anche questo. Per
Athanasius Kircher, stravagante ecclesiastico del 1600 che si
piccava di aver decriptato i geroglifici ed era seguace
dell'occultismo teologico, Noè imbarcò anche 4562 pecore per
sfamare gli altri animali carnivori.
E
per gli erbivori? E per accudire quella massa d'animali? Facevano
pure i loro bisogni! Qualcuno ha pensato di risolvere ogni cosa
ricorrendo all'ibernazione che elimina tutti i problemi. E i pesci?
Vennero imbarcati nell'arca o rimasero fuori e s'arrangiarono da
soli? Infine, ma i quesiti potrebbero continuare, gli animali e Noè
cosa trovarono per sfamarsi una volta usciti dall'arca, dal momento
che ovunque c'era solo fango! E pensare che molti, nonostante quello
che abbiamo detto, ancora ai nostri giorni sono convinti che sul
monte Ararat ci siano i resti dell'arca di Noè!
Quanto
raccontato dimostra in modo lapalissiano che tutta la Genesi è un
condensato di miti infantili privi di ogni veridicità.
Purtroppo
la stupida favoletta di Adamo ed Eva inventata, come quella greca
del Vaso di Pandora,
per
spiegare, a livello infantile e allegorico, l'origine del male,
venendo inserita in un libro, considerato sacro come la Bibbia, si è
tramutata in parola di Dio e quindi creduta ciecamente attraverso i
secoli fino ai nostri giorni, determinando immani sciagure e funeste
conseguenze a tutti i livelli per gran parte dell'umanità.
Nessun commento:
Posta un commento