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venerdì 13 ottobre 2017

Peccato e redenzione n. 26

Se consideriamo da vicino alcune delle più inique imposizioni pseudomorali che la religione ci impone ci rendiamo subito conto della loro assurdità
Cominciamo dalla sessualità, il peccato che il cristianesimo considera il più perverso al punto che immagina il suo Dio solo intento a scrutare ossessivamente tra le mutande della gente. La pulsione sessuale è il motore che spinge la nostra specie a riprodursi e a sopravvivere. Ma il desiderio che essa produce è così forte da superare le finalità biologiche e da determinare gran parte dei desideri, delle emozioni e purtroppo anche delle ossessioni che riguardano l'umanità. Forse saremmo mammiferi migliori se la nostra sessualità non fosse così preponderante e non occupasse tanta parte della nostra vita, ma dobbiamo accettarci come l'evoluzione ci ha fatti. Invece il cristianesimo, campando divieti di origine divina, impone la criminalizzazione di quasi ogni impulso sessuale, e vorrebbe finalizzare il sesso esclusivamente a fini procreativi, escludendo del tutto il piacere fisico, psicologico e affettivo che esso comporta. Quindi niente sesso per puro edonismo. Perché? Tutto quello che facciamo senza recar danno a noi e agli altri e con reciproco diletto, dovrebbe non solo essere permesso ma anche incoraggiato. Edonismo? Perché no, se asseconda la gioia di vivere e l'amore coi propri simili. Purché, ovviamente, non si violi né la libertà dell'altro, né il decoro pubblico e lo si svolga esclusivamente in campo privato.
Negli Usa, alcuni fanatici pastori protestanti che imperversano nelle regioni americane della cosiddetta Bible Belt, dove la Bibbia è considerata parola di Dio anche nelle virgole, vorrebbero introdurre al giorno d'oggi in campo sessuale i precetti morali seguiti dai patriarchi biblici. Ma se dovessimo applicare la morale sessuale della Bibbia ebraica, secondo il Levitico, dovremmo lapidare gli adulteri e gli omosessuali, e se scopriamo, la prima notte di nozze, che la nostra sposa non è illibata, dovremmo lapidarla sulla soglia della casa di suo padre. Se applicassimo queste leggi mosaiche al giorno d'oggi, non basterebbero le pietre per le lapidazioni! Però in Numeri (libro biblico), Jahvè concede il sesso più immondo come riposo per il guerriero israelita. Al termine di una battaglia dice ai suoi eroi :
uccidete ogni maschio tra i piccoli, e uccidete ogni donna che ha conosciuto l’uomo giacendo con lui. Ma tutte le bambine che non hanno conosciuto l’uomo per aver giaciuto con lui, tenetele vive per voi”. Bella preda di guerra e bella orgia sessuale col beneplacito divino! La vera e unica morale sessuale che dovrebbe vigere in un Paese libero e laico è che ognuno possa godere la sua sessualità come meglio gli aggrada, purché nel privato e nel rispetto della reciproca libertà e consensualità. Né religione, né Stato dovrebbero occuparsi del problema.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)