Questa
“quarta filosofia”, ideata da Giuda il Galileo e dal fariseo
Saddoc, in aggiunta alle altre tre filosofie allora esistenti e
costituite dai sadducei (aristocrazia sacerdotale), farisei ed
esseni, postulava un capovolgimento radicale in campo sociale ed
economico, prevedendo l’abolizione della schiavitù e del
latifondo e l’eliminazione delle caste sacerdotali ebraiche,
aristocratiche, filo romane e quindi collaborazioniste; ma
soprattutto si prefiggeva lo scopo di liberare i territori
palestinesi dai dominatori pagani, mediante la lotta armata, per
riedificare l’antico Regno di Israele.
La
nuova dottrina si diffuse capillarmente nella classe popolare e
determinò la nascita di un movimento armato clandestino i cui membri
erano chiamati zeloti e sicari. Gli zeloti si allearono ben presto
con gli esseni che condividevano gli stessi ideali e in più
diffondevano l'aspettativa profetica di un condottiero, consacrato
come Re (Messia), che con l’aiuto di Dio, avrebbe guidato il
popolo ebreo ad annientare i pagani invasori e a ricostruire,
imperituro, l'antico regno di Davide.
La
guerriglia, nata il 6 d.C. dalla “quarta filosofia” nazionalista
di Giuda il Galileo per ostacolare il censimento, si intensificò
quando nel 17 d.C. il senato romano respinse la richiesta, fatta dal
Sinedrio, di alleggerire la tassazione che opprimeva il
popolo con eccessivi carichi
fiscali. (Tacito Annali. II 42). La reazione degli zeloti,
capeggiati da Giuda, fu veemente ma venne prontamente repressa dal
procuratore Valerio Grato che ne catturò il capo e lo crocifisse nel
17 d.C. assieme a molti suoi seguaci. La la crocifissione di Giuda il
Galileo non determinò, però, la fine della rivendicazione dinastica
degli Asmonei che, anzi, proseguì con più determinazione da parte
dei suoi cinque figli maschi: Giovanni, il primogenito (il Gesù dei
Vangeli), seguito da Giacomo, Simone, Giuseppe e Giuda (elencati nei
Vangeli come fratelli di Gesù e figli di Maria). “Non è forse
costui (Gesù) il
figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi
fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non
sono tutte fra noi?” (Mt 13,55-56).
I
seguaci della quarta filosofia fondata da Giuda il Galileo erano
degli spietati zeloti, cioè dei “fanatici nazionalisti”
che
si opponevano al dominio di Roma ma anche contrastavano con ferocia
gli ebrei collaborazionisti, filo romani e filo erodiani. Secondo
Giuseppe Flavio (Bellum VII 254) ordivano congiure contro quei
giudei che volevano accettare la sottomissione ai romani e li
combattevano in ogni modo come nemici, depredandoli degli averi e del
bestiame e appiccando il fuoco alle loro case. A dimostrazione di ciò
va ricordato che nel
Vangelo di Luca (Lc 9,51-54) l'apostolo Giovanni risulta uno zelota
pronto ad incendiare villaggi dei Samaritani, nemici dei Giudei,
assieme all'altro suo fratello Giacomo. Secondo
lo storico e filosofo ebreo Filone Alessandrino l'intera Palestina
dal 6 d.C., a causa degli zeloti e nonostante la presenza di
guarnigioni romane, fu permanentemente in preda al saccheggio e la
gente veniva uccisa senza rispetto di alcuna legge. Fino alla
definitiva sconfitta del 70 d.C., sfociata nella distruzione della
Città Santa e del
Tempio, Israele visse un periodo di massacri, caratterizzato da molte
centinaia di migliaia di morti, dei quali nei Vangeli, Atti degli
Apostoli e negli scritti dei “Padri Apostolici” non vi è
traccia. Non solo. Nel XVIII libro di “Antichità Giudaiche” di
Giuseppe Flavio, a causa delle cancellazioni operate dalla Chiesa nel
codice originale ricopiato nel decimo secolo dai suoi amanuensi e poi
distrutto dopo la copiatura, non troviamo
“registrato alcun misfatto nella storia”
concernente
un così grave avvenimento rivoluzionario durante il quale gli zeloti
“sfasciarono
tutti gli ordinamenti civili”.
Perché? Perché gli scribi che attuarono la manipolazione erano a
conoscenza che gli eroi cristiani che si chiamavano Apostoli, nella
realtà, erano
i capi zeloti. È significativo il fatto che nei Vangeli attuali gli
Apostoli, coi nomi dei fratelli di Gesù, presentano qualifiche
aggiunte come: “zelota” o “cananeo”, “iscariota”,
“barionà” e “boanerghès”, che significano “fanatico
nazionalista”, “sicario”, “latitante, ricercato” e “figli
dell'ira”. Simone Pietro e lo stesso “Gesù” vengono accusati
di essere
“Galilei”
nel Vangelo di Matteo (Mt 26,69) “Anche tu
(Simone
Pietro) eri con Gesù il Galileo”.
Quindi, l'epiteto rivolto a Pietro dai servi di Caifa era un chiaro
riferimento alla sua appartenenza agli zeloti perché ai tempi di
Gesù, “Galileo” significava ribelle, sovversivo (oggi diremmo:
terrorista).
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