Il
cristianesimo non si limita a sindacare il comportamento sessuale
delle persone ma esercita la sua ossessiva ingerenza anche in molti
altri campi della vita umana vietando la contraccezione, la
fecondazione assistita, l'aborto, l'uso degli embrioni per ricerche
mediche e l'eutanasia.
L'assegnazione
nel 2010 del Premio Nobel per la medicina a Robert Edwards, padre
della fecondazione assistita, ha scatenato le ire dei satrapi
vaticani, irriducibili nemici di ogni innovazione medica che serva ad
alleviare la sofferenza umana. Robert Edwards, padre della
fecondazione in vitro, ha consentito a milioni di copie infertili di
realizzare la più nobile e umana delle aspirazioni: procreare un
discendente. L'alto valore scientifico del suo lavoro, che rende
possibile il trattamento dei problemi della sterilità, ha nei fatti
ampliato la libertà di scelta delle persone in materia riproduttiva.
Ma per la Chiesa quando si tratta di nascere, l'utilizzo della
scienza e della tecnica è considerato un abuso in quanto bisogna
farlo come natura prevede e non come i progressi della scienza medica
oggi consentono. Quando invece si deve morire, chi vuol farlo
seguendo la natura, dalla Chiesa ne è impedito e deve prolungare la
propria esistenza in un mare di sofferenza utilizzando i progressi
della scienza e le tecniche più disumane per allungare il più
possibile la sofferenza con
strumenti
di tortura, come canule, ventilatori, siringhe e altri mostruosi
aggeggi, e nutrire un corpo in stato vegetativo con
tubi e sonde infilati dappertutto.
Questo perché la vita è un dono di Dio il quale, secondo
l'ideologia dei fanatici “pro vita” vieta
l'autodeterminazione sulla propria salute, sul proprio corpo, sulla
propria vita e impone l'accanimento terapeutico ai malati terminali o
a quanti non riescono a sopportare la sofferenza psichica per aver
perso la loro indipendenza e dignità. A quale entità
soprannaturale si riferisce la Chiesa come donatrice di vita? Ma al
totem tribale Jahvè che ordina a Israele:
«Nelle
città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità non
lascerai in vita nessun essere che respiri; ma li voterai allo
sterminio come il signore tuo Dio ti ha comandato di fare»
(Deuteronomio 20,16-17)?
Sarebbe questo il Dio che ci vieta di smettere di soffrire
inutilmente per salvaguardare il dono irrinunciabile della vita che
ci ha dato?
O,
invece, questa entità disumana, invocata
dalla
Chiesa, serve a mascherare il fatto che se ciascuno di noi fosse
libero di decidere della propria salute, del proprio corpo e della
propria vita e della propria sessualità, crollerebbe il potere di
ogni religione?
E
come giustifica la Chiesa questo suo accanimento “pro
vita” di oggi con la posizione da essa assunta nel passato nei
confronti della vita di milioni di persone che non condividevano o
mettevano semplicemente in dubbio i suoi comandamenti e dogmi,
condannandoli perciò al rogo, alle torture e agli omicidi di massa?
E, infine, si può considerare “morte naturale” mantenere
artificialmente in vita una persona mediante macchinari inventati
dall’uomo solo recentemente? E prima di tale invenzione, cosa
intendeva la Chiesa per “morte naturale”?
La
scelta di decidere del nostro corpo è un fondamentale diritto
democratico proclamato dalla Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo,
firmata
da tutti gli Stati occidentali, all'infuori del Vaticano e di alcuni
Stati totalitari del mondo. Se il cittadino è libero nelle sue
opinioni e nel suo voto, si deduce che egli è anche sovrano su una
sfera privata, dove i suoi valori di coscienza sono insindacabili.
Questo diritto è anche sancito dalla nostra Costituzione che
all'articolo 32 prescrive che, in presenza di esplicito rifiuto del
paziente capace di intendere e di volere, il medico deve desistere da
qualsiasi atto diagnostico e curativo che avvenga contro la volontà
del paziente.
Dove,
però, la Chiesa raggiunge il massimo della efferatezza è
nell'imporre che si tenga in vita, artificialmente, mediante la
nutrizione forzata, chi si trova in uno stato vegetativo permanente,
applicandogli sonde di ogni genere e facendo soffrire le più atroci
torture ai congiunti che devono assistere, per anni, un corpo
degradato e privo di ogni dignità, dichiarato dai medici
psichicamente morto. Questa disumana crudeltà, nasce dal concetto
antiscientifico che la vita è data dal battito cardiaco e non,
invece, dalla funzione cerebrale.
In
base a questo principio si dovrebbe, oggi, mantenere in vita, per
un tempo indeterminato, anche per decenni, un corpo senz'anima,
inteso come un ammasso di cellule puramente vegetative. Una
mostruosità che solo una religione aberrante può concepire.
L'autodeterminazione del proprio corpo è voluta da tre cittadini su
quattro in Italia, ma assolutamente negata dai nostri politici, su
dettatura vaticana.
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