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martedì 25 giugno 2013

L ‘adorazione del Sole. 51

La Eliolatria, cioè l’adorazione del Sole, cui si rifacevano molti riti antichi, occupa una posizione di grandissimo rilievo nella storia delle religioni. Già gli antichi Persiani invocavano nei loro templi l’astro diurno chiamandolo «Eterna Luce». Ma fu in Egitto col faraone Amenofi IV (1375-1358), grande riformatore religioso, che conobbe il massimo splendore. Nel breve periodo del suo regno questo faraone cancellò la religione politeista del Paese, spodestò la classe sacerdotale e sostituì il molteplice pantheon egizio con un singolare monoteismo di Stato, incentrato sul culto del disco solare chiamato Aton. Il sovrano mutò il proprio nome da Amenofi ad Akhenaton, (amato da Aton).

Per attuare questa sua radicale riforma religiosa, Akhenaton usò una forma di coercizione violenta: i templi furono chiusi, le immagini degli dèi distrutte, i loro nomi cancellali dai monumenti e i loro culti abbandonati. Tutto il variopinto pantheon di divinità antropomorfe e zoomorfe fu sostituito dal Dio Aton, il Dio unico della luce, dotato di trascendenza, onnipotenza, bontà infinita e libero da tutte quelle passioni terrene e plateali, quali aggressività, gelosia, vendicatività che di solito gli uomini attribuiscono al Dio inventato a loro immagine e somiglianza. Aton era anche un Dio sommamente pacifico, che aborriva la guerra, rifiutava i sacrifici cruenti, amava la serenità dell'esistenza umana, i sentimenti del cuore e il rispetto della natura.

Mosè, che probabilmente era un parente stretto di Akhenaton, alla morte improvvisa del faraone, ereditò la sua riforma religiosa imperniata sul dio Sole. Il suo monoteismo, come mostra Sigmund Freud nell’opera "Mosé e la religione monoteistica", era uguale al culto solare di Amenofis IV (Akhenaton).

L'eliolatria fu molto diffusa anche nell'antica Babilonia, come ci testimonia un Inno in caratteri cuneiformi risalente ad età prebiblica e perfino in Israele come deduciamo dal profeta Isaia quando scrive: «Vedi come la tenebra copre la terra e il buio avvolge i popoli; ma sorge su dite il Signore, e la sua magnificenza appare in te. I popoli camminano nella tua luce, e i re nello splendore, che è sorto per te».

A seguire, tutta una serie di dèi quali Giove, Apollo e Baal ebbero gli attributi della divinità solare e nell’Impero Romano questo dio fu venerato come Summus Deus. Ma anche molti cristiani primitivi adoravano il Sole. Nel 354 o 355 il vescovo Pegasio confessò al principe Giuliano di pregare segretamente il Sole. E ancora nel V secolo c’erano fedeli cristiani che si prosternavano davanti all’astro nascente, dicendo: «Abbi pietà di noi!», Papa Leone I dovette mettere in guardia la comunità romana da un aperto culto del Sole E nel primo Medioevo, Cristo fu proclamato «l’Onniveggente», l’Invitto» e il «Sole della giustizia», titolo proprio del dio del Sole, diventando «il vero Helios».

Un’eco dell’antico culto solare è presente tuttora in molte suppellettili sacre, usate per la conservazione delle ostie nelle chiese cattoliche ed è presente addirittura nella Messa: l’Antifona del 21 dicembre, giorno del solstizio invernale, recita: O Sole che sorgi splendor d’eterna luce e sole di giustizia,vieni ad illuminarci, ché siamo nella tenebre all’ombra della morte.


2 commenti:

  1. Ho letto i suoi tre libri, escluso il romanzo, trovandoli ovviamente molto interessanti conseguendone un interrogativo: quali sono le fonti (non la tradizione, classica procedura cattolica) per la conoscenza in dettaglio della storia di Mitra, dei riti, quali la messa ecc,. E' possibile acquisire documentate indicazioni precise in merito? Le saro' grato se vorra' cortesemente fornirmi chiarimenti esaurienti in merito così da consentirmi un ampliamento delle mie conoscenze. Di norma i cattolici quando si parla di Mitra dicono che sono favole.
    Grazie e cordiali saluti.

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  2. Questi articoli, che fioriscono liberamente sul web, rendono finalmente Giustizia e svelano la Verità.
    Penso a tutte quelle persone morte condannate al rogo, e al fatto che ricevono Giustizia (almeno Morale) solo ora.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)