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venerdì 14 giugno 2013

Modelli pagani della figura del Redentore cristiano. 48

La figura del Redentore cristiano, dalla nascita all'ascensione in cielo, ricalca, scena per scena, i tre Redentori della religione dei Misteri : Asclepio, Eracle e Dioniso.

Il culto di Asclepio fin dal V secolo a.C. era diffusissimo nel mondo antico e il tempio di Epidauro, a lui dedicato, era meta continua di pellegrinaggi come oggi è Lourdes. Lì avvenivano, per sua intercessione, i miracoli più eclatanti: i morti resuscitavano, i paralitici camminavano, i ciechi riacquistavano la vista, i muti la parola e persino i calvi si allontanavano con folte chiome. Asclepio guariva non solo i mali del corpo, ma anche quelli dell’anima. Da medico e divinità guaritrice, divenne, come in seguito Gesù, un Salvatore e un Redentore. Sul suo altare, fino al trionfo del cristianesimo, troneggiava in lettere cubitali la parola Sotér (Salvatore). Non pochi miracoli compiuti da Gesù nella narrazione evangelica si rifanno ad Asclepio.

La straordinaria affinità dell’opera miracolosa di entrambi viene sottolineata dal teologo Carl Schneider. "Come Asclepio -egli scrisse- Gesù guarisce tendendo o imponendo le mani, con un dito che tocca le membra inferme oppure con un altro contatto col malato. Come in Asclepio, la fede e la guarigione sono quasi sempre strettamente congiunte. Anch’egli, come Gesù, esige il ringraziamento della persona guarita. Un cieco guarito da Asclepio vede per prima cosa degli alberi, come un uomo miracolato da Gesù. Entrambi guariscono zoppi, muti, paralitici, che se ne vanno col lettuccio in spalla; nessuno dei due fa distinzioni fra ceti sociali, fra giovani e vecchi, ricchi e poveri, uomini e donne, schiavi e liberi, amici e nemici".

A tali guarigioni vanno poi aggiunte operazioni miracolose sulla natura: Asclepio come Gesù placa le tempeste. Altra cosa da rilevare è che Asclepio resuscitò sei morti, con particolari identici agli analoghi atti di Gesù in occasioni simili e alla presenza di numerosi testimoni.

Il culto di questo dio, nato cinque secoli prima di Cristo e perdurato a lungo dopo il cristianesimo, ha senz'altro influito molto sulla nascita dei racconti evangelici. 

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)