Visualizzazioni totali

venerdì 9 maggio 2014

Il concilio apostolico di Gerusalemme. 138

Quando, dopo lunghe discussioni, la Chiesa di Gerusalemme decise di aprire il cristianesimo ai gentili, impose loro, come conditio sine qua non per essere accolti come cristiani, l'obbligo di farsi prima ebrei, di abbracciare cioè in toto la legge mosaica e di subire la circoncisione. Condizione estremamente dura e insopportabile per i gentili ma facilmente comprensibile per gli ebrei che ritenevano il cristianesimo non una nuova religione, come diverrà successivamente con Paolo, ma un completamento dell'ebraismo.


Paolo e lo stesso Barnaba si resero subito conto dell'assurdità della cosa. Già la legge ebraica era di difficile osservanza in Palestina, dove la maggior parte della popolazione era ebrea, e diventava quasi impossibile per gli ebrei della diaspora che vivevano in mezzo ai gentili perché, tra le altre cose, imponeva il rispetto rigoroso del riposo del sabato, del tutto ignorato dai pagani e oggetto di scherno da parte loro, e prescriveva norme alimentari e di purificazione di difficile attuazione al di fuori della Palestina. Se, per il pagano che voleva convertirsi, si aggiungeva a queste difficoltà anche l'obbligo della circoncisione, per di più in età adulta e con tutte le conseguenze che implicava, non ultima l'umiliazione di una mutilazione spregevole che simboleggiava una castrazione, appariva evidente per Paolo l'impossibilità per un gentile di convertirsi.


Di fronte alle proteste piuttosto dure di Paolo e Barnaba, gli apostoli li convocarono a Gerusalemme per un chiarimento. L’esito dell’incontro fu un armistizio precario: a predicare ai giudei provvedeva la comunità di Gerusalemme, ai pagani invece Paolo che otteneva per loro la dispensa provvisoria dalla Legge ma anche l'obbligo di osservare un minimo rituale giudaico (Galati 2,10; Atti, 15,28 sgg.). Era sottinteso però, che gradualmente, frequentando le sinagoghe, i cristiani ellenisti avrebbero abbracciato l'ebraismo e si sarebbero sottoposti alla circoncisione.



Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)