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venerdì 11 dicembre 2015

108 - “L'invenzione del cristianesimo” - Le fonti del Nuovo Testamento. Atti degli apostoli.

Sono attribuiti, come abbiamo visto in precedenza, ad un discepolo di Paolo che esplicitamente se ne attribuisce la paternità. Si tratta di Luca, un medico di origine siriana convertito personalmente da Paolo, che seguì l'apostolo in molti dei suoi viaggi e fu testimone oculare di alcuni avvenimenti che racconta in prima persona. Ma abbiamo visto che l'attribuzione non è certa e che, secondo alcuni, riguarderebbe un certo Dema, probabilmente proprietario e conduttore dell'imbarcazione che servì a Paolo per molti dei suoi viaggi. Sono documenti poco attendibili, perché scritti per esaltare la teologia paolina in contrapposizione a quella giudaica, e spesso sono anche in contraddizione con le Lettere che la Chiesa attribuisce a Paolo.
Nacquero con l'intento di dimostrare che tra i due cristianesimi sviluppatisi dopo la crocifissione di Cristo: quello dei cristiano-giudei della Chiesa di Gerusalemme, guidato da Giacomo, fratello del Signore, di tendenza messianica ed ascetico-essena, e quello dei neo-cristiani ellenisti, fondato e guidato da Paolo, di tendenza universalistica e salvifica, c'era stata una continuità lineare, una derivazione spontanea che escludeva conflitti e divergenze.
Ma il tentativo di nascondere le grosse tensioni scoppiate tra le due Chiese e l'inevitabile scisma di Paolo dall'ortodossia ebraica, fallisce miseramente in mezzo a molteplici incongruenze. Infatti, in questa narrazione delle vicende degli apostoli troviamo dei vuoti incredibili. Gli apostoli sono accennati di sfuggita solo una volta e nel corso della narrazione si fa menzione soltanto di Pietro, Giovanni e soprattutto di Giacomo, fratello di Gesù.
Pietro scompare dal testo dopo lo scontro con Paolo ad Antiochia e non compare mai a Roma, dando ragione a coloro che sostengono che i presunti riscontri storici ed archeologici della presenza di Pietro nella capitale dell'Impero sono del tutto inesistenti e quindi risulta privo di ogni fondamento anche il suo martirio sul Colle Vaticano.
Più che gli Atti degli Apostoli potremmo chiamarli gli Atti di Paolo perché gran parte del testo si concentra esclusivamente sull'operato di questo millantato apostolo, esaltandolo oltremodo.
Vanno considerati, quindi, come propaganda finalizzata a convincerci che il neocristianesimo di Paolo discende direttamente dalle visioni celesti di questo millantato apostolo, che mai conobbe Gesù nella carne, e mai quindi ne apprese la dottrina.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)