Visualizzazioni totali

martedì 15 dicembre 2015

109 - “L'invenzione del cristianesimo” - Le fonti del Nuovo Testamento. Lettere di Paolo.

Le quattordici Lettere attribuite a Paolo sono documenti che hanno subito dal I al IV secolo delle indubbie contraffazioni. Non tutte sono di sicura attribuzione; alcune infatti potrebbero essere degli artifici letterari dei suoi discepoli. Tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere che la Lettera agli Ebrei non è di Paolo e forse nemmeno la seconda Lettera ai Tessalonicesi. Molti dubitano anche della paternità della Lettera agli Efesini.
In base ad uno studio esegetico dei concetti espressi in esse, alle ricerche filologiche e storiche e di confronto eseguite dalla scuola di Tubinga, e ad un'analisi elettronica eseguita sul vocabolario dei testi, sono soltanto quattro le Lettere di sicura attribuzione: la Lettera ai Romani, quella ai Galati, e le due ai Corinzi (Josif Kryevelev, Analisi storico critica della Bibbia, Edizioni Lingue Estere, Mosca, 1949). Le quattro di cui si parla risultano a loro volta così manipolate e contraffate, che alcuni esegeti, come M. Goguel (L'apotre Paul et Jèsus Christ, Libraire Fishbacher, Paris, 1904), giungono ad affermare che le due lettere ai Corinzi sono un assemblaggio di sei altre Lettere mal ricucite, e che la Lettera ai Romani presenta ben cinque finali.
Considerando le contraffazioni eseguite sulle quattro Lettere, che possono essere ritenute autentiche, cosa dobbiamo dire delle altre dieci e soprattutto delle ultime quattro che furono sicuramente redatte dopo il 140, non essendo tra quelle portate a Roma da Marcione? Lascio a voi la risposta.
Scritte nell'arco di quindici anni, le Lettere di Paolo sono i documenti più antichi del Nuovo Testamento e di fondamentale importanza per conoscere alcune vicende della vita avventurosa di Paolo e la creazione della sua teologia.
La prima Lettera ai Tessalonicesi viene fatta risalire all'anno 50-51. Nelle Lettere Paolo parla pochissimo di Gesù, che non ebbe mai modo di conoscere se non attraverso le sue presunte visioni celesti, e degli apostoli che avvicinò di sfuggita solo quattro volte. In Galati, dice che Gesù era un ebreo, nato da donna. In Romani, che discendeva da David, si rivolse solo ad Israele, fu senza peccato e siede alla destra di Dio, aspettando il giorno del suo ritorno, ritenuto da Paolo imminente. In Corinzi, che aveva dei fratelli, che fu crocifisso, ma resuscitò il terzo giorno, mostrandosi a Pietro, agli apostoli e allo stesso Paolo. Non accenna alla verginità di Maria e all'annunciazione, invenzioni tardive dei suoi seguaci.
Elementi comuni alle Lettere sono: il rigore etico indispensabile per aspirare alla salvezza; il significato mistico della morte e resurrezione di Gesù e l'assoluta fede in Cristo.
Ma al di là dei contenuti comuni, ogni Lettera fa riferimento a situazioni particolari delle singole chiese fondate da Paolo, e reca i consigli per ovviare ai problemi che le travagliavano. In alcune Lettere ci sono importanti riferimenti personali che ci consentono di conoscere qualcosa della vita di Paolo, dei suoi contrasti con la Chiesa di Gerusalemme, delle sue autodifese nei confronti dell'accusa di essere un millantato apostolo. Non sempre le notizie che ricaviamo dalle Lettere collimano con quelle che riscontriamo negli Atti. Le Lettere, però, assieme agli Atti, sono documenti di fondamentale importanza per la conoscenza (anche se parziale) del cristianesimo primitivo e della formazione della teologia paolina.
Sono scritte in uno stile appassionato e d'intensa religiosità. Fin dal suo primo apparire ebbero un'enorme ripercussione presso tutti i cristiani ellenisti perché venivano lette e commentate in pubblico e scambiate tra le varie chiese ellenistiche. La loro influenza sulla nascita del cristianesimo eguagliò forse quella dei Vangeli, che nella versione attuale, come abbiamo visto, discendono direttamente dall'influsso di Paolo.
Questi sono i fondamentali documenti canonici che sono alla base del nostro cristianesimo ma che hanno poca attinenza, come abbiamo visto in precedenza, col Gesù storico, cioè col vero Gesù crocifisso da Pilato come un ribelle sovvertitore. Sono stati creati, infatti, allo scopo di trasformare Gesù da Messia fallito, quale fu nella realtà, a Salvatore e Redentore universale, quale ce lo propone la teologia paolina, dopo averlo demessianizzato e degiudeizzato.

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)