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giovedì 18 febbraio 2016

Quali lingue conosceva Gesù? 248

Al tempo di Gesù il plurilinguismo non pare fosse il segno di una formazione culturale elevata, ma piuttosto il frutto di bisogni concreti, soprattutto legati al commercio. Comunque in Palestina il plurilinguismo era piuttosto diffuso ai tempi di Gesù.

Accanto alla sua lingua madre, l’aramaico, Gesù probabilmente conobbe anche anche il greco, lingua ufficiale dell’amministrazione romana e dell'esercito e molto diffusa anche in Palestina soprattutto nella Decapoli. Inoltre, avendo sicuramente frequentato gli esseni di Qumran, Gesù doveva avere una certa domestichezza con l'ebraico, da almeno due secoli non più lingua popolare ma linguaggio specialistico proprio del culto e dei dotti, usato soprattutto dall'aristocrazia templare. Gli esseni, profondi studiosi della Bibbia scritta in ebraico antico, dovevano conoscerlo perfettamente e Gesù, che senz'altro ebbe un lungo sodalizio con loro prima della sua attività pubblica, potè apprenderlo a Qumran.

Tuttavia, sembra che il greco, molto diffuso in Palestina perché lingua usata da moltissimi ebrei della diaspora che si erano sparsi in tutte le contrade dell'impero romano e da essi diffusa in Palestina quando, di tanto in tanto, rientravano a Gerusalemme per le feste di culto, sia stata la lingua che Gesù ebbe modo di conoscere meglio, sebbene i Vangeli non lo rivelino.

Teniamo presente che l'impero romano, che per mezzo millennio costituì un’unica patria per le diversae gentes comprese tra l’Atlantico e la Mesopotamia e la Britannia e la Libia, non parlava un’unica lingua. Il latino, la sua lingua ufficiale, era poco conosciuto nel mondo orientale in cui prevaleva la lingua greca, espressione e veicolo di una cultura che godeva, negli ambienti della stessa élite romana, di un prestigio superiore. Quello romano fu dunque in sostanza un impero bilingue: il latino e il greco, in quanto lingue della politica, della legge e dell’esercito, oltre che delle lettere, della filosofia e delle religioni, svolgevano una funzione sovranazionale.

È sintomatico il fatto che i primi cristiano-giudei, formatisi a Gerusalemme subito dopo la crocifissione di Gesù, comprendessero due schieramenti: i nazirei giudei (di lingua aramaica) e quelli ellenisti (di lingua greca). Il primo gruppo era costituito da ebrei nati e residenti in Palestina, guidati da Giacomo, fratello di Gesù; il secondo dagli ebrei della diaspora, fortemente ellenizzati, guidato da Stefano, il protomartire cristiano, rientrati a Gerusalemme.

Vale la pena di ricordare anche, per sottolineare l'importanza del greco in quel periodo storico, che Paolo, dato per scontato che conosceva l'aramaico, era però di lingua madre greca, e scrisse tutte le sue Lettere in quest idioma. Infine, che tutto il Nuovo Testamento è scritto in questa lingua e annovera tra i suoi documenti anche Lettere degli apostoli e di Giacomo, fratello di Gesù, scritte in greco.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)