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martedì 2 febbraio 2016

9 – Il falso Jahvè. Gli hapiru 1

Le poche notizie storiche che ci sono giunte sulla situazione socio-culturale dei popoli semiti presenti in Palestina tra il 2000 e il 1400 a.C. le traiamo dai testi egiziani di proscrizione (XX-XVIII sec. a.C.), dal racconto di Sinuhe l'egiziano, che visse in Palestina tra i seminomadi (XX sec a.C.), dai testi mesopotamici di Mari e da documenti trovati nell'archivio di Stato dei faraoni Amenofi III e Amenofi IV (Akhenaton) (XVI sec. a.C.).
Grazie a questi documenti sappiamo con certezza che il regno di Mari, che si estendeva lungo l'Eufrate, fu invaso dai babilonesi intorno al 1800 a.C. e la capitale e il palazzo reale (di oltre trecento stanze) distrutti (Magnus Magnusson, BC, pagg. 36-38). I mari, di origine semitica, emigrarono prima in Canaan e poi, in successive pacifiche ondate, in qualità di alleati del nord contro il sud dell'Egitto, penetrarono nella zona del delta, con il nome di hyksos. Una volta divenuti così numerosi da poter sopraffare gli abitanti del luogo, conquistarono il potere.
Così, dal 1700 al 1550 a.C. circa, i semiti controllarono il nord dell'Egitto e in questo territorio per un secolo e mezzo si imposero come faraoni, adottandone lo sfarzo. Elessero a capitale Avari (C.Aldred, Akhenaten, Pharaoh of Egypt,). A conferma di questo ci sono i recenti scavi dell'archeologo austriaco Manfred Bietak (Tell-el-Daba, vol.II).
L'invasione degli hyksos è un avvenimento ricordato dagli storici egiziani con gran sofferenza, quasi come un incubo. Le liste dei loro re, le iscrizioni e più tardi le cronache concordano tutte sul fatto che gli hyksos provenivano da est e che almeno alcuni dei loro re avevano nomi semiti. Uno dei faraoni hyksos, infatti, si chiamava proprio Yakob, Giacomo in ebraico (Peter Clayton, Chronicle of the Pharaohs, pag. 45). Pare fossero una mescolanza di cananei, amorrei, arabi settentrionali, hurrei e hapiru, e che tra essi vi fossero numerosi nomadi.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)