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venerdì 29 gennaio 2016

8 – Il falso Jahvè. Il mitico patriarca Abramo. 7

Sigmund Freud, autore dell'importante saggio "L'uomo Mosè e la religione monoteista" che verrà più volte richiamato in queste pagine, mette in relazione la radice del nome Iovis, genitivo di Iupiter, con quello di Jahvè, e afferma che quest'ultimo fosse un Dio sconosciuto ai patriarchi se non addirittura una semplice creazione della fantasia popolare semitica. Dal momento che il Signore fa sapere a Mosè di non essersi mai manifestato ad Abramo, né ad Isacco o a Giacobbe sotto l'appellativo di YHWH o Jahvè che fosse (Esodo 6,3) è ipotizzabile che si fosse manifestato sotto l'altro nome El, "colui che è potente".
Com’è noto, l'episodio più significativo della storia di Abramo, a dimostrazione della sua totale sottomissione alla volontà divina, riguarda il sacrificio del figlio Isacco. Se la storia è talmente conosciuta che è inutile qui riferirla, c'è però una curiosa scoperta archeologica che indirettamente si collega a quest'avvenimento e che vale la pena di riferire.
L'archeologo C.L. Wooley riferisce di avere rinvenuto in una cripta mesopotamica, nota come cripta PG 1237, situata in una necropoli reale, una statuetta cerimoniale d'oro e lapislazzuli raffigurante un caprone ritto sulle zampe posteriori e con quelle anteriori avvinte ad un arbusto. Sembra la raffigurazione dell'ariete impigliato nel cespuglio che Abramo immolò al posto di Isacco. Ma la statuetta risale a parecchie centinaia d'anni prima (C.L. Woolley, Ur dei Caldei, pag. 87). Statuetta singolare davvero, che potrebbe significare una semplice coincidenza o, magari, qualcosa di più.

Concludendo, come possiamo considerare la mitica leggenda patriarcale di Abramo e dei suoi diretti discendenti, Isacco e Giacobbe? Una pia preistoria, come è stata definita dagli studiosi, atta a descrivere l'inizio della storia di Israele e la genealogia del suo popolo, delinearne i confini etnici e sottolineare che gli israeliti venivano da fuori, ma discendevano da un'antica città storicamente e religiosamente importante. Una versione javista per sottolineare l'unità del popolo d'Israele, per unire le tradizioni del Nord e del Sud sotto l'egida del Regno di Giuda. Passiamo ora a dare un'occhiata a quanto gli storici ci riferiscono sugli antichi israeliti.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)