Visualizzazioni totali

martedì 12 gennaio 2016

3 – Il falso Jahvé. Il mitico patriarca Abramo. 2

La Bibbia fa Abramo originario di Ur, potente e ricca città della Mesopotamia, chiamata Ur dei Caldei. Questa denominazione dell'antica città, derivata dalla tribù Khaldu, è però posteriore di settecento anni (1200-1300 a.C.) alla Ur di Abramo (2000 a.C.). Prova evidente, questa, che l'estensore della Genesi ignorava che al tempo di Abramo Ur non era ancora una città caldea.. La scelta di Ur come luogo di nascita di Abramo, non fu casuale da parte degli scribi che inventarono la sua leggenda. Ur godeva infatti grande prestigio in tutta la regione quando, intorno alla metà del sesto secolo a.C., il re caldeo babilonese Nabonedo ne fece un importante centro commerciale e religioso. Il riferimento alla «Ur dei Caldei» come luogo di origine di Abramo, il progenitore della nazione, avrebbe dunque offerto agli ebrei radici culturali di grande antichità e prestigio e li avrebbe collocati in una posizione di superiorità rispetto ai popoli minori che si erano sviluppati nelle regioni circostanti, incolti e sottosviluppati. Aspirazione massima questa di discendere da luoghi di grande tradizione storica da parte di tribù nomadi e pastorali, prive di un retroterra nazionale.
Siccome gli amorrei non erano solo mercanti che tenevano in mano il commercio per via di terra dal Mare Inferiore (Golfo Persico) al Mare Superiore (Mar Mediterraneo), ma anche pastori e all'occorrenza razziatori, la loro dimora spirituale e reale durante l'inverno e la primavera d'ogni anno, era sotto le tende delle loro tribù nel deserto occidentale. Anche Abramo, come ci lascia intuire la Bibbia, trascorreva lunghi periodi dell'anno seguendo le pecore, le capre e gli asini da soma nelle lunghe migrazioni per la valle dell'Eufrate e oltre, fino al Mediterraneo. D'estate, magari, trafficava nel Karum, il porto franco commerciale di Ur, per acquistare le merci da trasportare con la sua carovana. Ur era allora il principale porto d'entrata di tutte le ricchezze dell'Oriente. Sappiamo che Abramo era figlio di Terah, il quale commerciava idoli di terracotta da lui fabbricati e portava il nome del Dio Luna, la divinità più importante di Ur che si chiamava appunto Terah o Sin (C.L.Woolley, Abraham. Recent Discoveries and Hebrew Origins, pagg. 196-199).
È facile congetturare che tutta la famiglia, all'inizio, fosse dedita all'idolatra e venerasse le divinità sumeriche maggiori ma anche quelle minori, tipiche di ogni tribù e famiglia, com'era nelle usanze di Ur. Infatti molte case avevano una cappelletta in cui si custodivano, con gelosa familiarità, gli dèi della casa che d'inverno, nel deserto, diventavano gli dèi della tenda, geni protettori del focolare simili ai Lari e ai Penati romani.



Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)