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venerdì 8 gennaio 2016

2 – Il falso Jahvé. Il mitico patriarca Abramo. 1

La triade attorno cui ruota la storia d'Israele, e che sta alla base dell'intera Bibbia ebraica, comprende Abramo, Mosè e David. Abramo il capostipite etnico, Mosè il liberatore e il legislatore, e David il primo re che unifica le dodici tribù d'Israele e fonda il regno unito, divenuto, per l'immaginario collettivo ebraico, il prototipo messianico del regno di Dio in Terra.
Di Mosè e David parleremo ampiamente nel proseguo del libro. In questo capitolo ci prefiggiamo di mettere a fuoco Abramo, il leggendario patriarca che secondo la Bibbia fu il fondatore del monoteismo. Il resoconto biblico della sua vita è la brillante storia di una famiglia e al contempo di tre grandi nazioni di cui Abramo è considerato capostipite.
Insieme alla sorellastra Sara, sua legittima moglie, Abramo generò Isacco, il padre delle dodici tribù d'Israele; con la schiava egiziana Agar generò Ismaele, capostipite dei dodici gruppi di ismaeliti; infine, con Chetura, sposata dopo la morte di Sara, diventò l'antenato di sedici gruppi protoarabi semiti. Ma non è tutto. Abramo è considerato anche il capostipite delle tre religioni monoteiste mondiali, chiamate per l'appunto abramitiche: l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam.
Pur non potendo essere considerato un personaggio storico nel senso stretto del termine, essendo menzionato soltanto nella Bibbia che fu scritta molti secoli dopo di lui, possiamo ammettere che Abramo sia in realtà esistito, e questo perché sappiamo con quale cura la tradizione delle genealogie e della storia tribale veniva trasmessa oralmente tra i popoli analfabeti.
Che però Abramo sia anche il patriarca fondatore dell'intero popolo d'Israele, degli ismaeliti e dei protoarabi, nessun storico è disposto ad ammetterlo. Così come nessuno può affermare che sia stato il fondatore del monoteismo. Stando alla Bibbia, lo possiamo al massimo ritenere un monolatra o un enoteista, come vedremo tra poco. Egli fu senz'altro un capo-tribù amorreo, vissuto al tempo della fondazione dei regni amorrei lungo l'Eufrate e alla comparsa in massa di nomadi in Palestina. La sua figura fu scelta dagli scribi di re Giosia per fungere, come capostipite, da elemento unificatore delle tradizioni settentrionali e meridionali, collegando nord e sud d'Israele.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)