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venerdì 7 ottobre 2016

74– Il falso Jahvè. Lo scisma e la nascita dei regni di Giuda e di Israele 5

La Bibbia è la versione giudea degli avvenimenti, cioè della parte vincente. E come si sa, la storia è sempre scritta dai vincitori. Se fosse sopravvissuto il Regno d'Israele e avesse compilato l'Antico Testamento, probabilmente avremmo una versione completamente opposta dei fatti.
Ciò premesso, di che cosa il Regno d'Israele veniva accusato dai giudei? Fondamentalmente, di avere sostituito il culto di Jahvè con quello del Dio Baal. Tradizionalmente i biblisti interpretano Baal come una divinità fenicia, introdotta intorno all'870 a.C. in Israele dalla moglie fenicia di re Acab, Gezabele, (D. Williams, New Concise Bible Dictionary, pag. 47). Il riferimento diretto al culto di Baal collegato al Regno d'Israele lo troviamo nel Libro Primo dei Re:
"Commise [Acab] più colpe di Geroboamo, figlio di Nebat. Sposò Gezabele [...] adorò il Dio Baal, si inchinò davanti a lui" (I Re 16,31).
In realtà non fu Gezabele a introdurre in Israele il culto di Baal, ma lo stesso Geroboamo, come ricaviamo dalla Bibbia, che ogni qualvolta descrive un re che segue questo culto recita testualmente: "seguendo le orme di Geroboamo". Nonostante le affermazioni dei biblisti, l'archeologia non ha mai portato alla luce alcuna testimonianza che i fenici avessero avuto un Dio chiamato Baal. I fenici veneravano tutto un pantheon di divinità, ma in nessuna delle loro iscrizioni o dei loro testi, che sopravvivono numerosi, troviamo che si parli di un Dio con questo nome, o con un nome simile.
E allora? Baal non è un termine fenicio, bensì ebraico. Significa "signore" ed è molto usato nella Bibbia sia riferito ai nomi di persona, come Baal-Hanan (Signor Hanan, un re di Edom), sia nei toponimi. Un esempio: Beth-Baal-Meon la "casa del signore Meon". Baal, cioè "signore" non era un nome proprio ma soltanto un titolo onorifico riferito alle persone importanti e soprattutto alla divinità. (Francis Brown, Hebrew and the English Lexicon of the Old Testament).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)