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mercoledì 26 ottobre 2016

79– Il falso Jahvè. Il Regno d'Israele 1

Il Regno del Nord, subito dopo la fine della monarchia unita intorno al 900 a.C., s'avviò a diventare uno Stato pienamente sviluppato, cioè ad essere governato da un apparato burocratico, a sviluppare un'importante attività edificatoria e una prospera economia basata sul commercio con le regioni vicine, a coltivare una diffusa alfabetizzazione e a istituire un esercito professionale. Le sue città principali: Meghiddo, Izreel e Samaria, stando alla più recente ricerca archeologica, divennero dei centri amministrativi importanti con palazzi governativi, edifici residenziali sontuosi costruiti con blocchi di pietra bugnata e decorati con capitelli, e anche dotate di imponenti fortificazioni. Contemporaneamente invece il Regno di Giuda rimase povero e arretrato, con appena una ventina di villaggi sperduti intorno a Gerusalemme, e un'economia imperniata su un'agricoltura di sussistenza e sulla pastorizia. Aveva una scarsa capacità edificatoria e non intratteneva contatti commerciali con gli Stati vicini. Insomma tra i due regni si formò ben presto un divario considerevole.
Ma stando alla Bibbia il Regno d'Israele era inferiore a Giuda non solo sotto l'aspetto religioso ma anche sociale, politico ed economico. I due libri dei Re, che ne ricostruirono la storia dopo che fu distrutto dagli Assiri, ce lo presentano come aborrito da Jahvè per la sua perversa idolatria, per i matrimoni misti e la sua corruzione, ma anche governato da re scellerati e incapaci (esattamente l'opposto di quanto ci tramandano i documenti dell'epoca). e fanno comprendere che la sua redenzione sarebbe potuta venire solo con la riunificazione con Giuda, cioè con la fine della divisione temporanea del regno unito in due stati antagonisti, dovuta all'infedeltà religiosa di un membro importante della stirpe di David, benedetta da Dio, Salomone.
Infatti il mitico Salomone, ritratto dalla Bibbia come uno dei più grandi re di tutti i tempi, era accusato di aver provocato la rottura dell'unità d'Israele, come punizione dei suoi peccati di idolatria. Circuito dalle centinaia di mogli che costituivano il suo harem, per lo più straniere e pagane, aveva costruito molti altari a divinità pagane come Astarte, Milcom, Kemosh e pertanto "fece ciò che è male agli occhi del Signore" e attirò il suo castigo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)