Paolo
viene descritto dotato di poteri divini miracolistici straordinari,
addirittura superiori a Gesù. Risuscitava i morti (At 20,9-10),
guariva gli storpi (At 14,8-10) e chiunque fosse affetto da un
qualsiasi male solo a contatto della sua ombra "Dio
operava prodigi straordinari per opera di Paolo, al punto che si
mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a
contatto con lui, le malattie cessavano e gli spiriti maligni
fuggivano" (At
19,11).
Solo
che le sue gesta, come quelle di Gesù, assolutamente incredibili,
sono state totalmente ignorate dagli storici e pure
dalle Epistole, rilasciate a futura memoria, dagli apostoli Giacomo,
Giovanni e Giuda. Gli evangelisti, che secondo la cronologia degli
scritti del Nuovo Testamento, compilarono i loro Vangeli dopo le
Lettere di Paolo, avrebbero dovuto almeno citarlo in qualche modo.
Invece, silenzio assoluto, da parte loro ma anche da parte dei primi
Padri della Chiesa. Allora ci chiediamo: questo Paolo è veramente
esistito o è stato soltanto una ideologia “incarnata” in un
mitico nuovo apostolo di Gesù”, resasi necessaria per
revisionare il messianismo zelota, dopo le guerre di Tito, Traiano e
Adriano, e aprirsi, con una evoluzione successiva, ai culti
misterici pagani della “salvezza” oltre la morte, sino al punto
di ottenere la grazia di risorgere con un corpo incorruttibile per
l'eternità; di adottare
la liturgia teofagica (consistente nel cibarsi della carne e del
sangue di un dio immolato, simbolicamente rappresentati dal pane e
dal vino) a similitudine di quella praticata
nei
riti pagani in onore del dio Mitra e di altre divinità legate ai
culti misterici; e, infine, sotto
il profilo politico, di creare una dottrina antisemita proclive al
dominio di Roma che accettasse la schiavitù e tutti gli
ordinamenti dell'Impero romano.
“E’
bene stare sottomessi e pagare i tributi perché quelli dediti a
questo compito sono funzionari di Dio” (Rm 13,1); “Schiavi,
obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore”
(Ef 6,5);“Ciascuno
sia sottomesso alle autorità costituite perché non c’è autorità
se non da Dio, e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi
chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da
Dio”
(Rm 13,1/7).
Paolo,
il nuovo apostolo dei Gentili, se avesse predicato questi principi al
tempo di Giovanni di Gamala sarebbe stato lapidato all'istante, a
furor di popolo. Ma i tempi stavano velocemente cambiando e verso
la fine del III secolo, con l'aggravarsi della crisi economica e
dell’incapacità militare dell'Impero romano di difendere i propri
confini, si era determinata la perdita di credibilità popolare nei
confronti delle Divinità capitoline tutelari di Roma e ciò aveva
favorito la diffusione di molteplici religioni orientali, fra le
quali, in un primo momento, primeggiò il culto di Mitra, dio del
Sole, ma favorì anche la diffusione del Cristianesimo paolino,
promotore del Credo della "salvezza per la vita eterna" che
faceva presa
su masse crescenti di nuovi proseliti.
Questa
dottrina offriva ai Gentili l'illusione dell'immortalità dell'anima
tramite un sincretismo liturgico voluto da Dio; a tal fine istituiva
l'eucaristia, il sacrificio teofagico pagano, che Paolo,
nella prima Lettera ai Corinzi (1 Corinzi 11, 23-29 ), affermava di
aver ricevuta, in una visione celeste, direttamente dal Signore che
l'aveva istituita nell'ultima
cena quando aveva trasformato il vino del suo calice nel proprio
sangue da far bere ai seguaci.
Ma
l'innesto del sacrificio eucaristico teofagico del "Salvatore"
pagano nella religione ebraica tramite il Messia dei Giudei si
dimostrò improponibile perché, essendo "Yeshùa"
Salvatore un "Nazireo" e al contempo "Dottore della
Legge", come veniva connotato il Messia nei primitivi Vangeli,
non avrebbe mai potuto trasformare il vino nel suo sangue, in totale
contrasto con la fede masaica; pertanto gli ideologi cristiani
modificarono la forma originaria ebraica da "Nazireo" in
"Nazareno" e questa mutazione la giustificarono nei Vangeli
con l'appartenenza di Gesù alla sua nuova patria, appositamente
inventata: la città di "Nazaret" di Galilea.
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