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venerdì 5 aprile 2013

Come nasce la leggenda dei due padri di Gesù. 28


Per Matteo e Luca Gesù discendeva dal seme di David ma anche dallo Spirito Santo. Come è potuta nascere questa inconciliabile e assurda duplice paternità? Ecco una probabile spiegazione. Presso i cristiano-giudei di Gerusalemme, Gesù era considerato soltanto un Messia che, secondo l’idea messianica ebraica del tempo, doveva appartenere alla discendenza dalla casa di Re David. Per questa ragione Matteo e Luca fanno nascere Gesù non a Nazareth, ma a Betlemme, in Giudea, perché lì aveva avuto origine la famiglia di David e gli attribuiscono una genealogia davidica. Marco di un simile adattamento alle aspettative messianiche degli ebrei non sapeva nulla e quindi ignora la cosa.

Quando nel IV secolo s'impose presso i cristiano-pagani, discendenti dai seguaci di Paolo, la credenza nella verginità di Maria e della necessità di dare un seme teogamico a Gesù, nel frattempo divinizzato come Figlio di Dio, ecco che nei Vangeli di Matteo e di Luca alla discendenza di Gesù dalla casa di David, raccontata in due genealogie concernenti Giuseppe, venne aggiunta l'assurda contraddizione che il padre di Gesù non era Giuseppe, ma lo Spirito Santo. Quindi Gesù si trovò ad essere figlio di David, attraverso Giuseppe, secondo la tradizione più antica derivata dagli apostoli, e figlio dello Spirito Santo, attraverso Maria, secondo la teoria paolina che lo divinizzava.

I padri della Chiesa hanno fatto le più incredibili contorsioni teologiche per conciliare questa assurdità. Una di queste, collegandosi con la genealogia riportata da Luca, pretende di dimostrare che Maria sarebbe una discendente di David. Teoria non solo in contraddizione col testo scritturale,, ma che contraddice anche il principio per cui non si elencava la parentela materna, essendo determinante, secondo la concezione giuridica ebraica, esclusivamente la discendenza maschile. 

Entrambe le genealogie di Gesù elencate da Matteo e Luca (tra l'altro totalmente inconciliabili e combacianti in due soli nomi) si riconducono chiaramente a Giuseppe, e tutti i tentativi di conciliare le due cose sono condannati al fallimento. Persino i cattolici più intransigenti, come Daniel Rops, devono riconoscere che «è impossibile costruire una genealogia, che unisca la madre di Gesù con Davide». Ma la massa dei credenti, costituita da beoti, continua imperterrita a non cogliere queste assurde contraddizioni.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)