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martedì 28 maggio 2013

L'esagerazione dei miracoli neotestamentari nei cosiddetti Vangeli Apocrifi.


I numerosi Vangeli «apocrifi», che pullularono nei primi secoli, accentuarono ancor più dei Vangeli canonici il modo in cui la figura di Gesù venne fascinosamente trasfigurata dalla fantasia dei cristiani. La Chiesa stessa nel V secolo, accingendosi alla definizione del canone del Nuovo Testamento, ha dovuto riconoscere, senza mezzi termini, che la loro costruzione era leggendaria, ignorando nel contempo che anche i Vangeli «autentici» lo erano in misura notevolissima.

Significativamente le esagerazioni «apocrife» riguardarono non il periodo dell’attività pubblica di Gesù, descritta nei Vangeli canonici, ma esclusivamente l’epoca precedente il suo battesimo, vale a dire la sua infanzia e adolescenza. Infatti, gli anni che precedettero il suo apostolato i Vangeli canonici li hanno lasciati nella massima oscurità, ad eccezione del racconto di Luca che ci presenta Gesù a dodici anni nel Tempio a discutere coi dottori, meravigliati della sua dottrina. Ma Luca è il più mitologico degli evangelisti, infatti gli altri tre ignorano completamente quell’episodio. Nonostante la loro acclarata leggendarietà, fino al V secolo gli «Apocrifi» (dal greco apokrypto = celo, nascondo) non furono affatto considerati mitici. I Padri della Chiesa più famosi li ritennero di derivazione apostolica e quindi assolutamente autentici al punto che alcune parti degli Apocrifi vennero interpolate negli antichi Codici neotestamentari. Infatti, la Chiesa, con l’arbitrarietà che le è propria, ha sempre ammessa l'interpolazione dei sacri testi, riconoscendo, ad esempio, anche alcuni libri apocrifi del Vecchio Testamento, non accettati dalla Bibbia ebraica. Gli apocrifi biblici inseriti nell'Antico Testamento cristiano, in base alla traduzione greca dei Settanta e la Vulgata (la traduzione latina di Girolamo), sono stati numerosi (Terzo Esra, Judith, Sapienza, Salomone, il Libro dei Maccabei ecc.) e vennero riconfermati ufficialmente dal Concilio di Trento del 1546, nonostante fossero in contrasto col Canone ebraico originale.

Tornando agli Apocrifi, è indubbio che nonostante il loro carattere leggendario, essi rendono testimonianza dello spirito di un cristianesimo primitivo e ingenuo, immerso nella credulità più superstiziosa. Ad esempio, nel Vangelo attribuito all’Apostolo Tommaso, rielaborato persino dalla Chiesa antica, Gesù ancora bambino di cinque anni si diletta a forgiare con la creta dei passeri e a farli volare in cielo. Il divin bambino, poi, giocando con un compagno di giochi piuttosto fastidioso, si irrita al punto da disseccarlo come un albero, ma subito dopo, pentendosi del suo gesto, lo richiama in vita.

Seguono numerosi miuracoli riferiti a Gesù Bambino avvenuti tramite l’acqua del suo bagnetto, i suoi pannolini e il suo sudore. Gli Apocrifi non si limitano solo a raccontare questi inverosimili miracoli operati da Gesù infante ma ci forniscono prestazioni eccezionali anche degli apostoli. Così negli Acta Petri leggiamo che l'apostolo Pietro di fronte al suo avversaro Simon Mago fa leggere da un lattante, con profonda voce virile, parte della Bibbia (il Levitico) e fa parlare addirittura un cane.
Persino un tonno affumicato, appeso a seccare a una finestra, al cenno di Pietro sguscia di nuovo vivo e vegeto, piroettandosi in mare. Naturalmente per i sostenitori degli Apocrifi furono tali portenti a far abbracciare la fede cristiana a molti pagani. Se ne evince che allora si credeva a tutto... anche a uno stoccafisso risuscitato e rispedito in mare. Il Padre della Chiesa Epifanio di Salamina, cui il secondo Concilio di Nicea (787) conferì il titolo di «Patriarca dell’ortodossia», non soltanto prestò piena fede a questi miracoli degli Apocrifi ma se ne servì nella sua lotta contro gli «eretici» e gli avversari del cristianesimo.

Alcuni moderni cattolici (come Daniel-Rops) mettendo in evidenza le plateali esagerazioni e le «enormi incongruenze temporali» degli Apocrifi, le hanno definite «invenzioni di basso rango», fingendo di ignorare che molti miracoli contenuti nei Vangeli canonici e negli Atti non sono certamente «d’alto rango». Infatti, non c'è così grande la differenza fra i miracoli operati dai pannolini e dal sudore del Bambin Gesù e quelli attuati dai fazzoletti o dalle camicie di Paolo (Atti, 19, 11) E poi, perché mai le resurrezioni degli Apocrifi sono esagerazioni, mentre quelle dei Vangeli canonici non lo sono affatto.?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)