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martedì 22 ottobre 2013

La resurrezione di Cristo (Nona parte) 81

L ‘ipotesi della morte apparente è sostenuta soprattutto dai medici, ma venne difesa da teologi del XVIII secolo come K.F. Bahrdt e K.H. Venturini, e perfino da teologi moderni.

Giuseppe Flavio ci informa che chi veniva affisso alla croce poteva sopravvivere dopo la deposizione. Abbiamo molti riscontri storici in proposito, giacché la morte sulla croce, secondo Cicerone «la più crudele e la più obbrobriosa», era frequente nell’antichità e in uso già in Persia , da dove Alessandro Magno la diffuse nel suo vasto impero, e a partire dal II secolo a.C. fu introdotta anche in Palestina.

Nell’88 a.C. Alessandro Janneo, re degli Asmonei, in occasione di un banchetto celebrativo d’una sua vittoria, fece crocifiggere in presenza delle sue amanti, 800 Farisei ribelli, ordinando che i figli e le mogli venissero uccisi ai piedi delle croci ( Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche. 13, 14, 2). Nel 71 a.C. sulla Via Latina, fra Roma e Capua, M. Licinio Crasso fece crocifiggere seimila schiavi.

I crocifissi spesso sopravvivevano interi giorni, abbandonati alla fame e alla sete, al sole e alla pioggia, alle mosche e ai rapaci, torturati poi dai dolori orribili causati dai chiodi che ne trapassavano i polsi.

I fautori dell’ipotesi della morte apparente si appellano soprattutto al fatto che la morte sulla croce sopravveniva non per dissanguamento ma per esaurimento fisico, e che Gesù, a causa del Sabato, restò appeso alla croce soltanto sei ore (dalle nove del mattino fino alle tre del pomeriggio). Per di più nessun Evangelista dice esplicitamente che Gesù fosse morto e, infine, che il colpo di lancia viene menzionato solo da Giovanni, e non dev’essere stato mortale.




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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)