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martedì 15 ottobre 2013

La resurrezione di Cristo (Settima parte) 79

Il corpo di Gesù risorto, come si manifestò agli apostoli? Leggete, a questo riguardo le demenziali elucubrazioni di un teologo tedesco: "Codesto Risorto è corporeo, e appare tuttavia incorporeo, perché questa sua corporeità si mostra quale corporeità d’altro genere rispetto a quella caratterizzata dalla carne e dal sangue; ciononostante non si tratta di incorporeità bensì di autentica, effettiva corporeità" (Gerhard Kittel).

La figura del Risorto costituì un bel problema non soltanto per i moderni teologi (comedimostra la demenzialità del teologo sopra citato)), ma anche per gli Evangelisti stessi.

Il Signore non poteva risorgere come un vacuo fantasma perché per dimostrare la sua resurrezione aveva bisogno di mostrarsi con corpo umano. Per cui la sua figura nel Vangelo giovanneo è già un miracolo a sé stante: da un lato è tanto solida che l’incredulo Tommaso può ficcare le dita nelle sue ferite; dall’altro è così etereo da penetrare attraverso porte sigillate ed esclamare «Non toccarmi!» davanti a una esterrefatta Maria Maddalena, la quale scambia per il giardiniere il trasfigurato figlio di Dio.

Come è noto, il grandioso evento della resurrezione di Gesù si verificò in primo luogo nella testa di questa donna (Mc. 16, 9; I/i. 20, 11 sgg.). A giudizio di Renan, nessuno più di Maria Maddalena ha contribuito alla nascita del Cristianesimo, Non bisogna dimenticare a questo riguardo che Gesù ne aveva scacciato «sette spiriti maligni» (Lc. 8, 2; Mc. 16, 9), vale a dire, in altri termini, che era isterica fino alla follia e per di più, negli apocrifi, è sempre considerata la consorte del Maestro.

E già nel II secolo Celso, si domandava con sarcasmo: «Ma chi vi ha assistito (alla resurrezione)? Una donna mezzo pazza!» (Origene,Contra Celsum, 2, 55). E anche a Porfirio e ai suoi seguaci il ruolo delle donne, e specialmente quello di Maria Maddalena, fino a qualche tempo prima posseduta dai demoni, apparve sospetto.

Nel Vangelo di Luca, poi, Cristo sottolinea in pieno la sua fisicità: non più il "Noli me tangere"!, con cui aveva respinto Maria Maddalena, bensì l’esortazione chiara e tonda ai discepoli «Palpatemi e guardatemi!», per ribadire espressamente ch’era fatto di carne e d’ossa. Non solo, ma consuma coi discepoli un buon arrosto di pesce. A quanto pare a Gerusalemme i pescivendoli e le rosticcerie erano alla portata di mano.

In quella circostanza Gesù, che aveva allegramente apostrofato gli apostoli dicendo: «Ehi, ragazzi, non avete per caso un po’ di pesce?» fa anche la replica della portata, ordinando di portare altri pesci. Pietro ne porta in tavola 153, né uno in più né uno in meno, e belli grossi per sovrapprezzo. Più resuscitato di così!
E infine, la corporeità «autentica ed effettiva» del Risorto viene rafforzata dalla notizia che «secondo tradizioni attendibili» all’atto dell’Ascensione impresse nel suolo le divine impronte dei piedi, com’era avvenuto - per altro - già a Eracle e a Dioniso.

Girolamo, «Dottore della Chiesa», ci assicura che era possibile vederle ancora ai suoi tempi, nel V secolo. Il Venerabile Beda, il «Dottore del Medioevo», attesta la presenza delle medesime persino nell’VIlI secolo. Tutto questo, poi, nonostante i cristiani, da quel suolo, avessero in fretta e furia portato via enormi quantità di terriccio. Ma forse, per il popolo bue, si ricreavano di continuo.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)