Visualizzazioni totali

giovedì 20 novembre 2014

La posizione gerarchica dei Vescovi venne ulteriormente rafforzata da Cipriano.

Il vescovo di Cartagine Cipriano (morto nel 258), uno dei Padri della Chiesa più letti in Occidente, anche se le opere falsificate dai cristiani e a lui attribuite sono più numerose di quelle autentiche, rafforzò ulteriormente la posizione gerarchica dei vescovi. Lo stile dei suoi scritti, fondato sul linguaggio di un ex retore e avvocato, a seconda dei casi pieno di pathos pastorale o capzioso per i trucchi avvocateschi, diventerà esemplare per la Chiesa.

Secondo lui i vescovi più che guide religiose vengono trasformati in autorità giurisdizionali e tutta la vita della Chiesa si concentra intorno a loro, alti come torri in mezzo alla folla dei laici, dominatori non solo dei fedeli ma anche del clero.

Nel II secolo, e specialmente nel III, il potere del vescovo sull'impronta fissata da Ignazio e Cipriano venne accresciuto e moltiplicato con ogni mezzo, e in tale situazione conquistò grande importanza un artifizio politico-ecclesiastico che solo dal III secolo fa la sua comparsa, e cioè la legittimazione dell’ufficio episcopale mediante la successione apostolica (non riconosciuta dal vescovo Ignazio). I vescovi diventano quel che mai erano stati fino ad allora: successori degli apostoli ed eredi del loro magistero, mediante la costruzione di liste di successione totalmente inventate.

Nel Nuovo Testamento, i cui scritti più recenti ci portano fin quasi alla metà del 1I secolo, non esiste traccia della cosiddetta successione apostolica, cioè dell’affermazione di una ininterrotta successione giuridicamente fondata dei vescovi a partire dall’epoca apostolica. E in realtà una successione simile non è mai esistita. Ma la Chiesa, procedendo a falsificazioni di ogni genere, ha colmato i vuoti tra gli apostoli e i vescovi monarchi inventando tutta una serie di nomi fasulli. Il termine «apostolico» è diventato per essa un collante universale.



Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)