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venerdì 5 dicembre 2014

6 “L'invenzione del cristianesimo” - Parte prima. Il Gesù storico ricostruito dai Vangeli

Ecco una sintesi della vita di Gesù che esamineremo dettagliatamente nei capitoli successivi. L’uomo, giustiziato da Pilato col nome di Gesù, nacque probabilmente verso il 7 a.C., poco prima della morte di Erode il Grande. Non sappiamo esattamente dove nacque, né dove trascorse la vita fino al momento dell’inizio della sua attività pubblica. La nascita a Betlemme e l’infanzia a Nazareth non sono attendibili.
Non è certa neanche la sua provenienza dalla Galilea. Pare, infatti, che fosse originario di Gamala nel Golan, e che il termine nazareno, col quale viene nominato 12 volte nei Vangeli e 7 negli Atti, non abbia alcuna attinenza con la presunta cittadina di Nazareth ma indichi l'appartenenza alla setta dei nazirei. Verso i trent’anni si fece battezzare da Giovanni Battista con un rito d'iniziazione essena e da quel momento diede inizio alla sua attività pubblica itinerante.
Rimase sempre un ebreo assolutamente ligio alla Legge, che intendeva integrare con l’ascetismo esseno, e non annunciò mai l’intenzione di fondare una nuova religione, né mai si proclamò Figlio di Dio, consustanziale al Padre (se lo avesse fatto, sarebbe stato immediatamente lapidato a furor di popolo).
Non disse mai di essere nato da una vergine, non battezzò mai nessuno e non istituì alcun sacramento. Durante il suo vagabondare nei villaggi e nelle campagne della Galilea fu costantemente seguito da un piccolo gruppo di fedelissimi, chiamati apostoli, alcuni dei quali, se non tutti, erano legati alla setta degli zeloti, cioè ai messianisti jahvisti.
Convinto di essere il Messia profetizzato dalle Scritture per ripristinare il Regno di Dio in Israele con l'aiuto di Jahvé e dei suoi angeli, dopo due anni di peregrinazioni in Galilea, che era ritenuta allora, secondo Giuseppe Flavio, il focolaio del dissenso politico contro Roma, si recò a Gerusalemme ove fece un ingresso trionfale, acclamato come figlio di David e re d’Israele, e provocò gravi disordini nel Tempio.
Considerato politicamente pericoloso dai sacerdoti e dagli erodiani filoromani, che paventavano le conseguenze del suo messianismo, su loro denuncia venne fatto arrestare e condannare alla crocifissione dal prefetto Ponzio Pilato con l’accusa di insurrezione armata contro l’autorità imperiale.
Una condanna, quindi, esclusivamente politica e non religiosa. I romani non condannarono mai nessuno per le sue idee religiose, a meno che queste non prevedessero la ribellione ai poteri dello Stato, e non s'impicciarono mai delle beghe religiose dei popoli sottomessi, lasciandoli liberi di agire secondo le loro consuetudini. In Israele, per il reato religioso più grave, la blasfemia, di cui fu accusato Gesù, era prevista la lapidazione che veniva attuata su delibera del sinedrio e che non richiedeva il consenso dei romani.
All'arresto di Gesù i suoi seguaci, colti dal panico, fuggirono considerando fallita la missione politico-religiosa del loro capo. Poi, in seguito alla sparizione del suo cadavere, si convinsero della sua resurrezione e del suo imminente ritorno dal cielo in carne ed ossa sulle nuvole, sotto le spoglie del Messia Martirizzato annunciato da Daniele, per fondare il regno promesso.
Diedero così vita ad una comunità e, in attesa del suo presunto, imminente ritorno, cercarono di convincere altri a credere in lui. Diedero così origine al cristianesimo giudaico. Esaminiamo ora in dettaglio alcuni aspetti della sua vita.
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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)