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giovedì 11 dicembre 2014

La successiva costruzione della gerarchia ecclesiastica. 190

Nel corso del III secolo le comunità cristiane divennero più numerose e più ampie e così si accrebbe la necessità di una più articolata gerarchia ecclesiastica.
Sotto il vescovo romano Fabiano (236-250), al diacono fu assegnato un suddiacono, e si aggiunsero altri quattro uffici, detti ordines minores, cioè l'accolito, l’esorcista, il lettore e l’ostiario, tutti ricalcati su modelli pagani. L’accolito era una sorta di attendente d'ordinanza, un cameriere personale del vescovo. L’esorcista era preposto alla cacciata dei demoni (a quei tempi ritenuti dal popolino onnipresenti) (Tert., apol. 23). Il lettore leggeva la Bibbia durante il servizio divino e l’ostiario era il portinaio, il custode degli edifici ecclesiastici. Tutte queste funzioni esistevano solo in Occidente mentre in Oriente erano ignorate.

All’interno del clero ( «gli eletti da Dio») c’era poi una rigida distinzione fra i funzionari più elevati, vescovi, presbiteri, diaconi, e i clerici minores, provenienti dal popolo. I laici (gr. laos, «il popolo») vennero progressivamente esautorati da ogni funzione e al posto del sacerdozio universale subentrò la gerarchizzazione teocratica della Chiesa. La predicazione e l’amministrazione dei sacramenti (battesimo ed eucaristia) divennero privilegio assoluto del clero, e alla fine decadde anche il suffragium plebis, l’antico diritto di voto dei laici in ogni decisione ecclesiastica.



Questa evoluzione fu progressiva e quasi naturale, ma in aperto contrasto con gli intendimenti del cristianesimo primitivo, che ignorava la distinzione fra laici e sacerdoti. Con l'invenzione successiva del sacramento dell'ordine, nella Chiesa si determinò una radicale differenza ontologica tra il sacerdote e il laico. in quanto il sacerdozio si rivestì di una accentuata sacralizzazione che produsse un solco incolmabile tra i membri del clero (ontologicamente sacralizzati rispetto ai laici e quindi rivestiti di una natura divina) e i fedeli.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)