Visualizzazioni totali

giovedì 23 aprile 2015

Ogni fazione cristiana aveva un suo testo sacro, fatto su misura, e considerava eretiche le altre. 209

Ogni fazione di una certa consistenza aveva almeno un Vangelo, nel quale Gesù
compariva come megafono delle tendenze specifiche di quella comunità. I pagano-cristiani d’Egitto disponevano d’un Vangelo Egizio, per molto tempo unica loro autorità evangelica.

Gli «eretici» siriaci si rifacevano al Vangelo di Pietro, che raccontava in
prima persona la storia evangelica; le comunità di Basilide avevano il Vangelo di
Basilide; i barbelo-gnostici, l’Apocrifo di Giovanni; i Valentiniani, il Vangelo della Verità.

Il giudaismo cristiano, conformemente alle sue diversificazioni interne, riconosceva un Vangelo dei Nazarei, uno degli Ebioniti e uno degli Ebrei. Con tutto ciò, naturalmente, anche le idee intorno a Gesù erano estremamente contraddittorie, addirittura caotiche fino al Il secolo inoltrato perché ogni missionario predicava e pensava seguendo l'illuminazione dello suo spirito, e ogni partito lottava
per il proprio Cristo contro quello degli altri.

Fino al 200 non è assolutamente possibile operai una distinzione precisa fra opere cristiane ortodosse ed eretiche. Sempre Celso ci illumina in proposito spiegando che il Vangelo era soggetto a redazioni: «triplici, quadruplici e plurime» (Orig., Cels. 2, 27). Certo, erano gli eretici a passare come «i falsari più impudenti» ma gli «eretici», naturalmente, non si ritenevano tali, e pretendevano d’essere loro i soli predicatori del cristianesimo autentico e, come i cattolici d'oggi, definivano «eresia» tutto ciò che era in contrasto con la loro fede, richiamandosi a una norma di fede e al Canone della Scrittura, la cui redazione era uscita proprio dalle loro file.

Dapprima tutti gli eretici si chiamavano semplicemente «cristiani», poi, all'inizio del II secolo furono etichettati come eretici a scopo puramente diffamatorio. Quando, ad esempio, il marcionita Megezio chiese a un cattolico se gli fosse almeno consentito di definirsi «cristiano», costui rispose che non poteva fregiarsi di quel nome, perché era solo un «marcionita»; ma quel cattolico si sentì ribattere: «Allora anche voi, che chiamate cattolica la vostra chiesa, non siete cristiani» .

Alla fine del II secolo Ireneo contò 20 «confessioni» cristiane, Ippolito, all’inizio del III secolo, 32; alla fine del V secolo il Padre della Chiesa Epifanio nel suo  Panarion adversus omnes haereses combatteva ormai contro 60 sette cristiane eretiche e rivali, e il Vescovo Pilastro di Brescia, nello stesso secolo, addirittura contro 131.




Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)