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giovedì 30 aprile 2015

Il protocattolicesimo sosteneva spesso tesi che contrastavano con la successiva fede cristiana. 210

I tre teologi più importanti dei primordi del cattolicesimo: Ireneo, Tertulliano e Clemente Alessandrino manifestarono talvolta tesi molto diverse rispetto al cristianesimo ecclesiastico attuale. Tutti e tre codesti «padri» rasentano talvolta l'eresia in questioni importanti di fede, come ammette anche lo storico cattolico Daniel-Rops, che in una nota scrive: «Persino in Sant’Ireneo, questo modello di fede e di sapienza, una parte della sua opera viene guardata dalla Chiesa con preoccupazione, perchè propugna tesi millenaristiche, universalmente sospette, pur senza essere condannate espressamente». Dobbiamo ammettere però che le tesi millenarisitche, vale a dire la credenza in un regno millenario sulla Terra al termina del quale sarebbe avvenuto il Giorno del Giudizio, nel II secolo erano sostenute appassionatamente dalla grandissima parte dei Padri della Chiesa e solo in seguito vennero dichiarate eretiche dalla Chiesa.

Tertulliano, esaltato dai cattolici come un emerito difensore della vera
fede e come instancabile fustigatore degli eretici, «per il suo zelo eccessivo e la sua inclinazione alle illusioni si lasciò trascinare al seguito della dottrina di Montano, nella quale si smarrì completamente», venedo dichiarato, a sua volta, eretico.

Di Clemente Alessandrino, il quale, ancor più decisamente dei pensatori cristiani precedenti, avrebbe innalzato il cristianesimo alla dignità di pensiero filosofico, si
dice: «La sua teologia, però, non appare inappuntabile... Ma anche là dove sbaglia, Clemente ci avvince» Il celebre Padre della Chiesa, per l’esattezza, aveva difeso accanitamente tutta una serie di concetti soprattutto di natura docetistica, ragion per cui probabilmente le sue Ipotiposi furono tolte dalla circolazione.

Da ricordare, però, che in quel periodo i padri e dottori della Chiesa: Giustino, Ireneo, Tertulliano e Origene ritenevano Gesù un Dio minore, inferiore al Padre in potenza. Questa posizione (detta teoria del subordinazionismo) era condivisa da molti vescovi orientali e fu sostenuta nel Concilio di Nicea da Ario, ma subito considerata una perniciosa eresia, degna di scomunica. Inoltre, fino al principio del III secolo, era pressoché ignorato lo Spirito Santo come terza persona della divinità. Ireneo considerava lo Spirito Santo un’entità interna alla divinità, Tertulliano e Origene una creatura subordinata al Figlio, concezioni entrambe sommamente eretiche. Da ultimo, fino al III secolo non solo si ignorava la perenne verginità di Maria e tutti i Padri della Chiesa, come ad esempio Ireneo e Tertulliano, erano convinti del matrimonio effettivo di Maria e di Giuseppe, negato dal dogma proclamato nel Secondo Concilio di Costantinopoli del 553.


Anche di un altro cattolico, Sant’Ippolito, celebrato come grande specialista nella lotta all’eresia e dottissimo e importantissimo Padre della Chiesa, abbiamo notizie non proprio edificanti: Ippolito, cioè, sdegnato per il lassismo dei Papi, avrebbe promosso e portato a termine una scissione, lanciando accuse cocenti contro il capo della Chiesa, anzi addirittura sostenendo che il Santo Padre Callisto era il vero e proprio capo d’una banda di furfanti. «Alla fine rompe con lui, facendosi eleggere addirittura antipapa» . E fu proprio in questo periodo (II-III-secolo) che dalla confusione generale cominciò a crearsi, con premeditata gradualità, il primo abbozzo del cattolicesimo. 

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)