Visualizzazioni totali

venerdì 22 aprile 2016

32– Il falso Jahvè. L'Esodo 4

Ma vediamo nei particolari come dovette procedere lo scaltro Mosè, avvalendosi della sua cultura egiziana, per trasmettere il monoteismo di Akhenaton al popolo che aveva adottato. Anzitutto, dal momento che questo era incapace di comprendere la verità mediante la ragione, questa verità doveva venirgli presentata come rivelata direttamente da Dio. Ed ecco Mosè che s'isola sul Monte di Dio (che non ha niente a che vedere col Monte Sinai della tradizione, pura invenzione dell’imperatore bizantino Giustiniano I) per far credere al suo popolo di intrattenere colloqui personali col Dio Unico che gli avrebbe impartito i suoi ordini categorici.
Qui Mosè ricorse ai trucchi di tutti i grandi legislatori dell'antichità – Minosse, Licurgo, Zoroastro – i quali facevano passare per voce di Dio la legislazione che andavano creando. Ognuno di loro diede le leggi a un popolo particolare, e si richiamò a una particolare divinità quale origine della legislazione, così da conferire alle leggi stesse maggiore autorità (Ermete, Giove, Apollo, Bonus Genius). Mosè seguì il principio di "inventare" un Dio quale autore della sua opera legislativa, per farlo ritenere fonte sovrumana dell'autorità legale.
Fede cieca da un lato e ferrea disciplina corporale dall'altro erano i requisiti imprescindibili della rivelazione divina, che sopperivano alla mancata comprensione a livello razionale. La religione egizia e le altre religioni misteriche pagane non avevano bisogno di una fede cieca e di una disciplina corporale legata ad una legislazione rituale; loro operavano tramite la fascinazione dei sensi e potevano fare a meno di prescrizioni e di cieca obbedienza. L'intolleranza assoluta del monoteismo era loro completamente sconosciuta.
Per Mosè la verità dovette invece essere imposta con la coercizione e la religione dovette assumere la forma di un'istituzione politica. La conoscenza fu sostituita con l'assoluta obbedienza e il culto misterico egizio si trasformò in teocrazia.
Ma la battaglia più dura che Mosè dovette combattere per imporre la sua nuova religione monoteistica a un popolo allevato per secoli nell'idolatria fu quella di estirpare alle radici proprio questa piaga pagana.


Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)