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giovedì 28 aprile 2016

Clemente Alessandrino. 258

Clemente Alessandrino fu il primo scrittore cristiano-orientale pienamente considerato dal mondo della cultura filosofica del suo tempo. Alla fine del III secolo inserì instancabilmente nel cristianesimo la filosofia ellenistica ricorrendo alla tesi del furto greco dal Vecchio Testamento e rinfacciando ai pensatori pagani (soprattutto a Platone) i presunti furti da essi perpetrati dalla Bibbia. Ma non si limitò solo a saccheggiare la filosofia greca bensì dalle religioni antiche attinse a piene mani anche l’intero materiale lessicale, specialmente quello dei Misteri Eleusini.

Nato ad Atene intorno alla metà del Il secolo fu il secondo caposcuola della famosa facoltà alessandrina di teologia, costruita sul modello della metodologia scientifica greca. Assai più che Giustino, egli collegò il cristianesimo ecclesiastico al patrimonio intellettuale pagano, con la trasformazione della religione cristiana in una filosofia religiosa, trasportando nel cristianesimo tutto ciò che della cultura antica a lui parve notevole e utilizzabile, giungendo alla conclusione che fra i due poli (cristianesimo e paganesimo) anche per un cattolico «permaneva solo una lieve differenza».

Per Clemente la filosofia non era lo Stoicismo, il Platonismo, l’Epicureismo o l’Aristotelismo, bensì una sintesi ecletica di tutto quel che di buono per il cristianesimo le diverse scuole filosofiche avevano insegnato. In conseguenza di ciò, il filosofo Celso, uno dei massimi polemisti anticristiani, poteva affermare che tutto quanto trovava di «di buono e di bello» nel cristianesimo, «i filosofi lo avevano già detto ancor meglio in maniera più appropriata» (Orig., Cels. 5,65. ma anche 6, 1. 2). Quindi la Chiesa non faceva che portare avanti col nome di cristiane le dottrine fondamentali della cultura greca. Secondo Clemente la filosofia avrebbe salvato gli uomini anche senza il cristianesimo ed era al di sopra della religione e della fede, giacché senza la cultura greca il cristiano non avrebbe potuto assolutamente comprendere Dio.








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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)