Visualizzazioni totali

venerdì 29 aprile 2016

34– Il falso Jahvè. L'Esodo 6

L'astuzia di Mosè consistette nel disporre la nuova scrittura delle leggi rituali in modo tale da ricoprire interamente la vecchia scrittura, rendendola illeggibile per poi farla cadere nell'oblio. Questa interpretazione del comportamento di Mosè fu definito da Maimonide "inversione normativa". In altre parole, l'ebraismo inteso come controreligione egiziana.
È probabile che Maimonide, nella sua ricerca di motivazioni per «l'inversione normativa», si sia riferito ad autori pagani quali Manetone e Tacito. In essi, però, tale concetto aveva un significato antiebraico e inequivocabilmente polemico, poiché intendevano accusare Mosè di plagio, in quanto non aveva creato nessuna legge propria, ma si era limitato a capovolgere le consuetudini degli egizi. Tacito condensa il principio dell'inversione normativa con la sua consueta laconicità: negli Annali afferma che gli ebrei sacrificavano arieti al loro Ente Supremo "in contumeliam Ammonis " (per schernire Ammone) (Tacito, Storie, Utet, Torino, 1970, pag. 500). Più chiaro di così!
La prova più evidente dell'inversione normativa ci viene dalla stessa Bibbia. In Esodo (8, 22) leggiamo che Mosè domandò al faraone tre giorni affinché gli israeliti potessero celebrare dei sacrifici nel deserto. Di fronte alla pretesa del faraone che essi li celebrassero dove risiedevano e non nel deserto, Mosè obiettò: “Ecco, se offriremo sacrifici che sono un abominio per gli Egizi, sotto i loro occhi, non ci lapideranno essi?”. Le parole “che sono un abominio per gli Egizi” si riferivano chiaramente al sacrificio d'animali che gli egiziani adoravano e consideravano sacri.
Spencer ci fa sapere come l'ariete sacro al Dio Ammon, e il toro sacro a Osiride, fossero le divinità supreme e i simboli più sacri degli egizi e che il loro olocausto fosse stato scelto a proposito da Mosè per allontanare il suo popolo dall'idolatria.


Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)