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giovedì 21 aprile 2016

Giustino martire. 257

Fu il classico rappresentante dei primissimi difensori del cristianesimo, nato intorno al 100 in Palestina e decapitato nel 165 da Marc’Aurelio. Godette nella Chiesa delle origini di un grande prestigio e fino al V secolo vennero falsificate col suo nome moltissime opere.

Prima di diventare cristiano, aveva frequentato importanti scuole filosofiche antiche, ma alla fine, dopo aver studiato Platone, aveva trovato nel Cristianesimo «l’unica filosofia affidabile e salutare» . Ma da cristiano non depose mai il mantello del filosofo, anzi ribadì che solo la filosofia è in grado di condurre a Dio e che solo i filosofi sono veramente santi. Chi viveva «con la ragione» era, secondo Giustino, un cristiano, anche se vissuto secoli prima di Cristo e considerato «ateo, come il greco Socrate, Eraclito e altri come loro». Definiva, invece, malvagi tutti gli uomini che prima di Cristo «sono vissuti senza la ragione... mentre chi è vissuto e vive con la ragione è cristiano» (Just., Apol. 1,46).

Per giustificare il cristianesimo Giustino inventò la teoria, sostenuta in seguito dalla maggior parte degli antichi Padri della Chiesa, che la filosofia greca presente nel Cristianesimo era stata rubata dal Vecchio Testamento con l’aiuto di Satana. Ma a questa teoria aveva aggiunto poi l'ipotesi fantasiosa che tutti gli elementi nuovi contenuti nella dottrina di Gesù fossero già misteriosamente preformati nel paganesimo. Era la teoria del logos spermatikos, dedotto dalla Stoa, secondo la quale il Logos avrebbe da sempre governato il mondo, preordinandolo all’avvento del cristianesimo.

La contraddizione che scaturiva dal fatto che, se nuclei pagani di verità derivavano dal governo universale del Logos, cioè da Dio, non potevano scaturire da una ruberia dal Nuovo Testamento perpetrata con l’aiuto del demonio, non fu affatto avvertita da Giustino. E neanche da un altro importante Padre della Chiesa, Clemente Alessandrino. Fu solo con Tertulliano, che la teoria del furto venne soppiantata definitivamente dalla dottrina del logos spermatikos, in base alla tesi dell’anima naturaliter christiana o del lumen rationis internae di Agostino. Pur essendo la «filosofia cristiana» di San Giustino null’altro che una costruzione eclettica di dottrine pagane, soprattutto platoniche, egli è considerato ancor oggi come «il più cristiano fra gli Apologeti».


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)